1. La Coinquilina cap 11


    Data: 02/08/2021, Categorie: Voyeur Autore: Saretta, Fonte: EroticiRacconti

    ... esclamò con la bocca ancora piena. “Che c’è?” chiese Gustavo incuriosito. “Dov’è il Convento delle Carmelitane?” “Come? Ahhh l’ex convento. E’ a una decina di chilometri da qua. Pensa che lo hanno restaurato qualche anno fa e adesso ci fanno mostre, a volte anche concerti di jazz o musica classica. Fortuna perché stava cadendo a pezzi. Perché me lo chiedi?” Sara non proferì parola e indicò la pagina che aveva davanti. Gus girò il giornale e lesse a voce alta “Hayez, le donne e l’ideale. In mostra nell’ex Convento delle Carmelitane scalze. Umm Hayez, non lo conosco”. “Ohhh ma certo che lo conosci” lo rimproverò Sara. Prese il suo smartphone e dopo una brevissima ricerca lo porse a Gustavo. “Ora dimmi che non hai mai visto questo quadro” Gustavo osservò attentamente e scoppiò a ridere. “Ahhh quello dei Baci Perugina!!” Sara lo guardò con aria un po’ snob. “Il bacio di Hayez è un capolavoro del romanticismo italiano, ma ci sono opere ancora più belle a mio avviso. Sapeva ritrarre le donne con estrema eleganza e raffinatezza. Ha tramutato le loro imperfezioni in dettagli artistici degni dei più grandi pittori”. Gustavo la guardò con aria compiaciuta. Nel suo groviglio mentale si interrogava ogni giorno sul perché fosse attratto da una donna così lontana dai suoi canoni. Ma almeno una cosa che aveva sempre apprezzato nel genere femminile ce l’aveva. La cultura. Il suo atteggiamento sessualmente frivolo e disinibito si scontrava, secondo lui, con un cervello di prim’ordine. Sara ...
    ... era una donna intelligente e colta. Perché sentiva il bisogno di mostrarsi e provocare? Il suo interrogativo interiore fu interrotto da una voce fanciullesca e ruffiana. “Mi ci porti….?? “ “Vuoi andarci con me solo perché ho la macchina” rise Gustavo “Se vuoi ci andiamo in autobus. Ma voglio andarci con te” Gustavo amò quelle parole. Era da troppo tempo che mancava dell’affetto genuino in quella casa. Percepiva la gratitudine di quella donna per tante piccole e grandi cose che aveva fatto per lei e pensò che non fosse per niente scontato o doveroso. La gente al giorno d’oggi arriva, prende e se ne va, senza nessuna vergogna. Lei no. “Ok allora, oggi pomeriggio ti ci porto. Ma adesso vado a correre e quando torno mi fai trovare le lasagne” “Lasagne?? Devo mettermi già a preparare il sugo allora!! Dai forza vattene che qui ho da fare” Sara si alzò di scatto e nel farlo le si aprì la vestaglia, legata troppo debolmente. Il babydoll di seta che indossava lasciava molto poco spazio all’immaginazione. I suoi seni strabordavano da una parte all’altra, fuoriuscendo al minimo movimento e quel color rosa antico lasciava trasparire il nero del suo pelo pubico. Gustavo percepì il suo sangue muoversi troppo velocemente e decise di bloccare ogni pensiero impuro sul nascere. “Vado dai, ci vediamo verso le 12.30” Quando rientrò, Gustavo vide Sara intenta nei preparativi. Aveva nel frattempo tolto la vestaglia ed indossato un grembiule lievemente più lungo del babydoll. La guardò un attimo ...
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