Vendetta
Data: 14/08/2021,
Categorie:
Etero
Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu
... testa verso i piedi del letto, il busto inclinato in avanti con la faccia appoggiata alle lenzuola. Portò le mani dietro di se per afferrarsi e spalancare le natiche esponendomi i suoi buchi platealmente, oscenamente. Non aveva bisogno di dirmi quale fosse la sua scelta.Mi alzai a mia volta e mi posi dietro di lei. La vista della sua fichetta mi invogliò a abbassarmi per dedicarle la mia lingua, con brevi escursioni sul buchino superiore che ripresi a penetrare con un dito. Marcella non si muoveva, non parlava. La rabbia mi tornò dentro, mi sputai sulla mano per lubrificare la cappella e poi sputai direttamente sul suo buchino, pennellai la saliva brevemente col glande spargendola bene e poi lo puntai sull�ano spingendo. Opponeva resistenza. Feci più forza e vidi entrare la cappella. Nessun grido da parte di lei, solo un singulto strozzato. Spinsi ancora riuscendo a entrare per metà. Ancora niente. Non sono superdotato ma nemmeno sono un grissino, la sua capacità di sopportazione mi fece arrabbiare e con un colpo secco sprofondai tutto dentro di lei. Questa volta un grido, breve, le uscì dalle labbra. L�afferrai per i fianchi e cominciai a muovermi con cattiveria, la inculavo fregandomene se le facessi male o meno. Il suo ano era stretto, quasi avvertivo dolore io ma continuai a colpire uscendo e rientrando con forza. Ora mi muovevo meglio, la sentivo più ricettiva, la penetrazione era meno difficoltosa. Un gemito sordo e continuo proveniva dalle sue labbra mentre io mi ...
... avvicinavo al punto di non ritorno, non so se fosse di piacere o di dolore e nemmeno mi importava, ora pensavo solo a me. Con un ultimo colpo mi abbattei su di lei schiacciandola sul letto mentre le inondavo l�intestino con il mio seme. Anche questo orgasmo fu intenso tanto che restai sopra di lei quasi incapace di muovermi per lunghi istanti, poi mi sollevai uscendo dal suo corpo e lasciandola lì immobile. Andai in bagno per farmi una doccia e poi tornai in camera, lei era ancora distesa e mi guardava. Mi rivestii velocemente, provando come un senso di vergogna nell�aver approfittato di lei. La vendetta non mi sembrava più tanto dolce ora che l�avevo compiuta.Quando mi mossi per uscire lei s�alzò dal letto per accompagnarmi, nuda come era mi aprì la porta dell�appartamento.Ero sul pianerottolo e stavo per entrare nell�ascensore quando mi girai a guardarla. Sporgeva solo la testa e una mano dallo spiraglio, aveva il viso triste e dolce insieme.-L�ho fatto perché ti amo- la sentii dire prima che chiudesse la porta.Me ne andai e mentre guidavo ripensai a tutta la situazione, di allora e di oggi, ai suoi atteggiamenti, ai suoi comportamenti. Nulla mi confermava le sue ultime parole tanto che pensai fosse una presa in giro per rivalersi su di me..Inutile dire che ufficialmente nessuno risolse l�enigma per cui tutti, nella settimana successiva, ci recammo alla boutique per pagare la scommessa. Devo dire che non mi fece spendere una cifra esorbitante, ma questa è un�altra storia.