1. I suoi piedi


    Data: 18/08/2021, Categorie: Feticismo Gay / Bisex Autore: dulcimer, Fonte: xHamster

    ... del piede destro, mentre con l'alluce del sinistro spingevo sull'ano, talvolta penetrandolo. Godevo nel vedere quella schiuma bianca tracimare da quel cazzo più simile a un grosso clitoride che a un vero fallo. Ormai consideravo il ragazzo un'entità asessuata di mia proprietà, e purtroppo sempre più cupamente emergeva il lato oscuro, quella voglia che temevo di confessare: Volevo penetrare “Duchessa”, dovevo penetrarla. Feci l'errore di non parlarne, e intanto, il desiderio continuava a crescere. Un sabato pomeriggio avevo ordinato a Luca di indossare una splendida guepierre bordeaux orlata di pizzo che io stesso avevo acquistato da Luti in corso Buenos Aires. Sdraiato sul letto sbandierava quelle sue splendide gambe fasciate di nylon nero e mi sorrideva di sbieco con gli occhi ridotti a due fessure azzurre. La parrucca bionda riccia e lo sguardo languido mi riportavano alla mente vecchie fotografie che avevo visto in passato di Marlene Detrich, la diva tedesca. Quei piedi che svolazzavano a pochi centimetri dal mio naso, capite, è stato troppo. Mi alzai dal bordo del letto dove ero seduto e Luca poté vedere, ammirato, l'eccezionale erezione a cui il mio cazzo era soggetto. Avvicinai l'asta turgida al suo volto cosicché potesse aspirarne gli effluvi che emanava. “Duchessa” chiuse gli occhi trasognata, e il confine tacitamente condiviso, svanì come neve al sole. Il demone che periodicamente emerge in me, prese il sopravvento. Il demone mi ordina: Cerca e distruggi! Io non ...
    ... posso che eseguire. In un batter di ciglia gli fui addosso, lo immobilizzai, tenendogli le braccia bloccate dietro alla schiena e immediatamente senza riguardo alcuno puntai il mio grosso membro turgido sull'ano di quel disgraziato. Lui piangeva, si dimenava, implorava. Ma nulla ormai mi avrebbe potuto fermare, continuavo a spingere il fallo tra quelle piccole chiappe tremolanti e bianchissime. Un rivolo di sangue cominciò a scorrere lungo la coscia destra, ma neppure quella vista bastò a placare il demone, perché sia chiaro, non ero io che violentava “Duchessa”! Quando finalmente eiaculai fu come se mi fossi risvegliato da un incubo, Luca si era strappato la parrucca e si era accovacciato nell'angolo più lontano dal letto che la stanza potesse fornire. Singhiozzava e il suo esile corpo era tutto preda di sussulti nervosi. Ancora del sangue fuoriusciva da quell'ano che avevo maldestramente violato. Mi avvicinai, mi rendevo conto che qualsiasi scusa in quel momento non sarebbe stata presa in considerazione, ma provai ugualmente. Luca comincio a imprecare contro di me: << Vattene lurido bastardo! Se me l'avessi chiesto l'avrei fatto! Ma non cosi! Stronzo! >> I suoi occhi avevano solo odio per me: << Ma chi ti credi essere? Ho deciso io che ti volevo, povero idiota, io ho detto a Marta di parlarti di me! Quanto mai l'ho fatto! Lei lo diceva che non valevi niente, che eri solo un cane da tenere alla catena. Adesso vattene e non tornare mai più! >> A testa bassa raccolsi i miei ...
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