Come parlarne - II Capitolo
Data: 29/08/2021,
Categorie:
Feticismo
Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti
... dell’avvenenza e della bellezza delle sue forme, esaltate dall’abito che indossava, fu il suo viso. Due ciocche penzolanti ai lati del suo volto, capelli raccolti in una coda alta, smokey eye dietro gli occhiali e rossetto rosa lucido. Non serviva altro, poche cose fatte bene. E fu tanto bella. Tanto. Rimasi inebetito a guardare la mia amica dopo la sua trasformazione. Aveva lasciato il brutto anatroccolo ed era diventata un cigno. Fosse stato per me sarei rimasto lì tutto il pomeriggio. Ma fui scosso dalle risate delle due ragazze, divertite dalla mia espressione da cretino. “Che faccia che hai, dovresti vederti!” disse poi la bionda. Mi voltai verso di lei: “Avete una terza sorella di cui non mi avete parlato?” Risero di nuovo. Vidi una via di fuga dalla derisione: “Guarda come ti sei combinata… Mi stai dando ragione per caso?” “Mi pare di averti già dato ragione giovedì, o sbaglio? Hai creato un mostro” ribatté Debora. “Non mi pare proprio che tu sia un mostro,” commentai “e a dirla tutta non eri un mostro neanche prima” Barbara si divincolò dai nostri discorsi: “io vado a sistemare le valigie”. E se ne andò dandomi una pacca sulla spalla e facendo un cenno d’incoraggiamento con la testa. Pensai: dove sono questi gesti nella mia famiglia? Al pensiero di trovarmi da solo con Debora, questa nuova Debora, mi sentii in soggezione. Il suo precedente stile di abbigliamento era, tutto sommato, antifemminile e antifetish. Però mi permetteva di portare avanti una relazione ...
... quasi cameratesca, dove potevo aprirmi serenamente senza sentirmi coinvolto sentimentalmente o sessualmente. Invece ora mostrava una femminilità a cui non ero abituato. Provavo un forte desiderio di guardarla e di gustare la sua bellezza, ma avevo nel contempo la sensazione di violarla, di violentarla. Era mia amica in fondo, le dovevo rispetto. Eppure sentivo il desiderio di inginocchiarmi ai suoi piedi e baciarli. Non mi era mai capitato prima con lei. Mi era capitato invece in passato, quando il mio sguardo si posava su qualche ragazza particolarmente attraente. Allora lasciavo libere le mie fantasie feticiste, nelle quali io ero ai suoi piedi, mentre umilmente li baciavo e li leccavo. E mentre con la mente sognavo, con gli occhi mi concedevo il piacere di gustarmi il suo aspetto fisico, stando sufficientemente lontano da essere ragionevolmente sicuro di non venire colto nell’atto di fissarla. Nel qual caso distoglievo immediatamente lo sguardo, o addirittura rimanevo con lo sguardo fisso, fingendo di essere sovrappensiero. Ma questo non era certamente il momento in cui avrei potuto fare cose simili. La bellezza di Debora mi faceva sentire inferiore, mi chiamava ad inginocchiarmi e mettermi a disposizione dei suoi voleri e desideri, e mi stordiva come se avessi la testa all’interno di una enorme campana nel momento in cui sta suonando. Cosa mi stava succedendo? Era la stessa persona che avevo incontrato la settimana prima, e per dieci anni prima di allora. Eppure ora mi ...