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dana femmino sottomesso
Data: 20/04/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: zebdana, Fonte: RaccontiErotici-Club
... con la mia bocca La seconda volta mi prese nella stanza degli specchi mentre stavo appoggiata a uno specchio in cui vedevo le sue mani potenti mungere i miei capezzoli come fossi la vacca che volevo essere. Negli specchi laterali potevo vedere il potemte ed enorme cazzo con sotto i testicoli da toro che senza pietà mi penetrava nel buchino con colpi violenti. Con la mano gli accarezzai i coglioni finché il potente mare di sperma mi riempì. Quando lui si staccò da me lo sperma inondò il pavimento e io lo leccai via con gioia. Poi gli pulii il cazzo con la lingua. Avevo ancora le tettine doloranti quando lui mi portò sulla terrazza tutto nudo è mi prese per la terza volta. Volle che la gente vedesse la mia sottomissione e mentre mi squarciava con le mani mi menava il mio Clito finché venimmo nello stesso momento. Lui un lago io femminuccio poche gocce ma il godimento era così grande che urlai. Poi mi baciò e viziò come si usa fare alle spose sverginate. Dopo aver dormito sino al tardo pomeriggio, il mio padrone decise di mostrare a tutti che ero il suo femminuccio schiavo. Per prima cosa mi sculaccio fino a che le mie natiche divennero purpuree. La rosellina del mio buchetto, la mia fighetta era gonfia e purpurea e muta chiedeva d prenderla. Mi mise i pesi alle tettine e un grosso campanaccio ai coglioni. Oltre ai tatuaggi col pennarello scrisse sulla pancia Dana la troietta maschia sempre obbedirà al padrone. Ridendo mi mise un morsetto a tenaglia sulla cappella. Così ...
... non sbrodoli disse. Sulle chiappe infiammate scrisse buchetto fighetto per il cazzo del padrone. Io ero cosi felice di essere sua che quando uscimmo io tutta nuda solo con delle scarpe con un tacco di 7 centimetri e un collare da cane con guinzaglio non riuscivo a camminare senza sculettare come una troia. Arrivammo al suo ristorante preferito. LO aspettavano gli otto maschi del branco, Andammo a mangiare. Loro seduti con i cazzi fuori dai pantaloni in bella vista e io sotto il tavolo a coccolare la mascolinità del padrone. Quando finimmo il branco fece capire che mi avrebbero posseduto. No! rispose il padrone forse in futuro. Uno insinuò che una troia come ero diventata avrebbe dovuto dare via il culo per portare soldi. Na disse Marco difendendomi è la mia sposa e quindi solo mia. L’atmosfera si era surriscaldata e temevo per il padrone. Da sotto il tavolo gli sussurrai che ero pronta a farmi prendere da tutto il branco se lui voleva ma fece no con la mano. Gli feci capire che però bisognava calmarli. Cosi Marco fece pulire il tavolo e ordino al branco di denudarsi. Per inciso erano tutti cazzi notevoli. MI tolse i pesi ai capezzoli e la campana alle palle. Poi mi fece sdraiare sul tavolo mettendomi un cuscino sotto le natiche e incatenando le caviglie al collare assieme alle mani. Così col corpo stirato il fiorellino del mio buchetto era completamente esposto e pulsava di desiderio. Allora Marco mi penetrò lentamente mentre gli otto del branco intorno al tavolo ...