Il boschetto dei porcelli
Data: 26/04/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Tue Racconti
Autore: Fabrizio D.L. Novo, Fonte: RaccontiErotici-Club
... disorientato.
Il fatto di essere nudo con un uomo che mi guardava, mi aveva ridotto in uno stato di estasi ed eccitazione mai provata prima. Quella sensazione di proibito e vietato.
Così, senza esitare oltre, mi misi a palpeggiarmi da solo il sedere. Come aveva fatto lui.
E fu allora che lo vidi guardarsi intorno e poi tirare fuori il pisello ed iniziare a muoverlo su e giù.
Allora era vero.
Avevo visto giusto.
Dovetti rigirarmi un paio di volte per essere sicuro di quello che vedevo.
Mi sentii un vero sporcaccione e così sporsi il sedere in fuori e mi piegai. Mostrandogli tutto quello che si poteva vedere ed infine, con una veloce succhiata, infilai l'indice dentro al buco.
Non resistette e con un cenno della mano mi disse di avvicinarmi.
Non sapevo cosa fare ma feci di no con la testa.
Allora mi fece il gesto di aspettare e si incamminò verso di me.
Fu un po' troppo.
Non ressi e scappai via di corsa fino a casa.
Alla sera mi maledissi per quella codardia e per tutte le porcherie che avrei potuto fare.
Pensavo a quei momenti, mentre ero seduto sul water di casa, pensavo a quando ero stato nudo mentre un adulto si segava guardandomi infilare un dito nel culo.
Il giorno dopo sarei tornato, me lo ripromettevo. E non sarei scappato. Sarei rimasto e avrei fatto tutte le cose più sporche.
Invece, per due giorni, tornai a farmi guardare facendo una specie di patetico show che consisteva per lo più in mostrarmi nudo ed infilarmi il dito nel sedere.
Sempre più ...
... disinvolto, mostrandogli anche il pisello e spogliandomi prima nel bosco per farmi vedere completamente nudo.
Ma ogni volta che si avvicinava, scappavo a tutta velocità. Per poi, una volta a casa. Maledirmi e fantasticare su quell'uomo ed il suo pisello e su tutte le possibili cose che avrebbe potuto farmi.
La settimana dopo, una domenica. Tornai al boschetto, sempre raccomandandomi di non scappare.
Entrai nel bosco e guardai la situazione.
Non c'era nessuno.
Nemmeno nell'orto o nel campo.
Scrutai tra gli alberi, ma niente.
Ad ogni modo, come di consueto, mi sfilai i pantaloncini con le mutande assieme e li appesi con la canottiera su un ramo tagliato e poi, eccitatissimo del mio corpo nudo, mi avviai al limitare del bosco.
Non c'era nessuno. Ma era domenica, magari era fuori.
Rimasi un po' con il pisello in mano guardando fuori finché, d'un tratto, Marco uscì da delle baracche alla destra del campo. Era circa a metà della distanza che avevamo di solito.
Appena lo vidi sorrisi e mi girai a mostrargli il culetto.
Aprivo le chiappe finché non sentivo il buchetto farmi male.
Lui si avvicinò.
Ed io non mi mossi.
Volevo stare li. Stavolta dovevo rimanere fermo.
Sentivo i suoi passi nell'erba ed anche i bastoncini che si spezzavano.
Era a pochi passi.
Ormai, pensai, non potevo più scappare.
Avevo il cuore in gola e le gambe che mi tremavano.
Iniziai a masturbarmi per impedirmi di andare via e a quel punto sentii la sua mano sul mio sedere.
Era fatta.
Non potevo ...