1. Gli sposini della porta accanto


    Data: 13/01/2018, Categorie: Etero Autore: benves

    ... accadendo non è reale, te ne rendi conto vero?
    
    Niente di tutto quello che percepisci lo è.
    
    La voce che hai sentito non è uscita dal muro, come tu credi, ma è nella tua mente, e ti ha semplicemente detto tutte le cose che volevi sentire, niente altro che questo.
    
    L’artefice di quanto ti sta accadendo è la tua fervida immaginazione, che oltrepassato ormai ogni razionale ostacolo galoppa a briglie sciolte, impedendoti di percepire i confini tra la realtà e la fantasia”.
    
    Mentre ero dibattuto da simili pensieri, mi alzai dal letto, era come se il mio corpo avesse già preso una decisione, e si muovesse per volontà propria, indipendentemente da quanto il mio cervello gli comunicava.
    
    La sensazione era quella di essere alla guida di un’auto che improvvisamente non risponde più ai comandi.
    
    Nel buio più totale aprì la porta della mia stanza e mi inoltrai nel corridoio, era un ambiente a me familiare, quindi non faticai molto ad orientarmi.
    
    Arrivato in fondo girai la chiave nella toppa della porta d’ingresso e l’aprì, oltrepassai la soglia di casa e fui nell’atrio, che era appena illuminato da una fioca luce lunare, che filtrava attraverso una finestrella situata in alto sulla parete alla mia destra.
    
    Al pallido chiarore della luna vidi che di fronte a me a non più di quattro metri c’era la porta dell’altro appartamento, ed è verso di essa che le mie gambe si diressero Mister Razionalità cercò di opporsi affinché ciò non accadesse, cercando d’imporre il proprio ...
    ... controllo, ma ogni suo sforzo fu vano, e dovette ben presto desistere.
    
    Giunto davanti alla porta mi fermai, sentii un rumore di passi e poco dopo la porta si aprì.
    
    Fui inondato da un fascio di luce accecante proveniente dall’interno dell’appartamento, al centro del quale intravidi una sagoma indistinta.
    
    Poi i miei occhi si abituarono alla luce e vidi che davanti a me c’era lei, la mia vicina, aveva i suoi biondi e lunghi capelli sciolti sulle spalle, indossava una camicia da notte bianca , anche se il termine indossava in questo caso rappresentava un puro eufemismo.
    
    La sua camicia da notte era talmente trasparente che praticamente era come se fosse nuda. Potevo benissimo vedere i suoi seni, non grossi ma belli, sodi, sormontati dal lieve gonfiore dei delicati e rosei capezzoli, i fianchi sinuosi, le gambe lunghe e tornite ed il triangolo più scuro della fica fra le sue cosce, e avvolta com’era nella luce mi sembrò quasi una celestiale apparizione.
    
    Appena mi vide, sul suo volto comparve un’espressione di allarmato stupore che fece tramutare il mio timore iniziale in vero e autentico panico, dunque non ero atteso? Che cosa le avrei detto ora? Quale improbabile scusa mi sarei inventato?
    
    Nonostante questa mia agitazione interiore, il trovarmi davanti agli occhi una donna così bella, seminuda, quella stessa donna che avevo sentito gemere e godere nelle lunghe notti passate insonni, non poteva lasciarmi del tutto indifferente, e in effetti sentì il mio cazzo ...
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