1. Gli ammutinati del bounty


    Data: 19/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... si allungasse e divenisse più dura, si raddoppiasse in durata ed intensità.
    
    “Allora… venti?”
    
    “Si…” dissi e lui scrisse un ‘20’ più grande e chiaro degli altri numeri sbiaditi sul muro.
    
    Non riuscii a trattenermi dal chiedergli ancora delle punizioni che gli infliggeva suo padre. Si comportava come lui sta facendo con me?
    
    “Certo! Lui però mi informa soltanto di quante me ne spettano… non lo decidiamo insieme. Ed è peggio di com’è adesso, perché noi due stiamo giocando, mentre ciò che mi infligge lui è una punizione vera. Urlo e piango e allora aumenta l’intensità delle frustate.”
    
    “Perché dici che stiamo giocando?” gli chiesi un po’ deluso.
    
    “Hai ragione non è esatto dire che stiamo giocando…” ci pensò un po’ su “noi stiamo interpretando dei personaggi e i nostri ruoli… io sono il padrone e tu il mio schiavo!”
    
    Così va meglio, pensai, tentando di aggiustarmi sulle punte dei piedi. Se l’ultimo quarto d’ora era stato molto impegnativo per il mio corpo, sperai che il prossimo spero lo fosse ancora di più. Mi bruciavano i polsi e mi facevano male le dita dei piedi, ma la mia attenzione era tutta per il mio uccello, perché stavo cercando disperatamente di controllarlo. Ero andato vicino all’orgasmo quando me l’aveva preso in mano e ancora peggio era stato mentre mi legava al palo. Mi aveva fatto voltare e con delle corde stava assicurandomi le caviglie alla colonna, nel fare questo mi aveva spinte un poco, facendomi sbattere l’uccello duro contro il legno. Quel ...
    ... colpo, quell’unico tocco, stava per scatenare l’irreparabile.
    
    A quel punto la mia posizione era obbligata: di faccia al palo, potevo girare la testa solo un poco e guardare da un lato o dall’altro e muovere un po’ le gambe, ma neanche tanto e appendendomi per i polsi sarei riuscito anche un po’ a scalciare.
    
    Lo vidi con la coda dell’occhio prendere la frusta. L’eccitazione, perché ogni mio sogno stava divenendo realtà, era feroce, incontrollabile e dentro di essa scorsi la mia paura, perché non avevo idea di come sarebbe stato, di cosa avrei realmente provato.
    
    “Sei pronto? Forza allora!”
    
    E colpì il centro della mia spalla. La prima frustata mi prese fra le scapole. Non immaginavo che fosse così lieve e al tempo stesso farmi tanto male.
    
    “Più forte…” dissi, prima che potessi pensare a ciò che stavo chiedendo.
    
    Un’altra frustata, come la prima, un schiocco, la sensazione del tocco sulla pelle e il dolore propagarsi lentamente lungo i muscoli.
    
    “Dai… di più, deve essere forte!” lo pregai, quasi piangendo “Voglio torcermi dal dolore!”
    
    Mi accontentò. I quattro colpi che seguirono parevano prendere forza uno dall’altro, perché più che la loro intensità, era l’effetto sulla mia pelle a renderli dolorosi.
    
    “Come ti senti, schiavo?” mi chiese.
    
    Tirai un profondo respiro, prima di rispondergli: “Mi piace, signore!”
    
    “Bene… allora possiamo iniziare! Questo era solo per riscaldarci, adesso comincia la vera punizione! Voglio che tu conti ogni colpo, con voce alta e ...
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