1. Gli ammutinati del bounty


    Data: 19/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... male. O la sua abbronzatura perfetta che è l’elemento che me lo fa preferire a tutti gli altri.
    
    Gli parlo del mio libro, più che altro per dire qualcosa e non restare senza argomenti dopo esserci detti praticamente tutto di noi. E allora scopro, glielo leggo negli occhi, che quello è in assoluto l’argomento che l’interessa di più. Discutiamo per ore della schiavitù, di come venivano puniti quelli che vi si ribellavano o che semplicemente non accettavano di essere considerati oggetti. Dalla sociologia, dalla storia riesco a pilotare il discorso sull’aspetto puramente fisico delle punizioni corporali e l’argomento lo fa eccitare. Anch’io sono praticamente in fiamme. Si fa tardi troppo in fretta, ma ci lasciamo con l’impegno di rivederci il giorno dopo: prometto che gli farò leggere qualche pagina del mio libro. Passo il pomeriggio a trascriverlo a macchina, poi mi viene l’idea di fare dei disegni che saranno certamente più espliciti, gli chiederò se vuole posare per me e i disegni gli daranno un’idea di ciò che intendo ritrarre, ma anche di quali siano i miei veri desideri. So che è rischioso, che potrebbe spaventarsi, ma spero che non sia così.
    
    È stato come pensavo.
    
    Ha cominciato ad eccitarsi nel momento in cui ha aperto la busta. Ho messo per prime le due vignette. Sono bravo a disegnare e ho fatto un buon lavoro. Quegli slip così ridotti non l’aiutano di certo, poi lui ha evidentemente deciso che tanto valeva farmi capire che era eccitato e anch’io mi sono ...
    ... disteso. Ce l’avevo anche più duro. Siamo stati zitti tutti e due per un po’, a guardarci, a valutare le nostre reazioni e quelle dell’altro, poi non ho potuto più aspettare e ho rischiato:
    
    “Vuoi venire a casa mia oggi? Sono solo e… potremmo provare quelle pose che ti ho detto…”
    
    È rimasto senza parole. Ho capito che era indeciso, poi ha vinto la sua eccitazione:
    
    “Si… va bene…”
    
    Siamo rimasti là sullo scoglio con gli uccelli duri. Non sapendo che fare o dire, allora mi sono inventato una storia e lui ci ha creduto. Gli ho raccontato che mio padre, il mio povero padre che non mi ha mai dato neppure uno scappellotto, quando io sono proprio cattivo mi porta in cantina, la cantina della nostra casa esiste davvero e lui la vedrà questo pomeriggio, e là mi lega ad un palo che è piantato al centro, non prima di avermi fatto spogliare nudo. Allora, insensibile alle mie urla, alle mie preghiere, ai miei pianti, mi frusta, mi colpisce con la cinghia lasciandomi segni rossi sulle spalle e sul sedere.
    
    Lo vedo mettersi improvvisamente a pancia sotto e ansimare. Continuo a inventare.
    
    “E quando sono diventato grande… in quel senso, capisci? Sai cosa intendo?” gli chiedo e lui fa di si con la testa, ingoiando a vuoto “Da quando sono diventato grande le frustate di mio padre mi fanno eccitare e spesso vengo mentre lui mi colpisce…”
    
    “Anche a me…” dice con voce strozzata.
    
    “Anche tuo padre ti frusta?”
    
    “No…” ed è chiaramente deluso.
    
    SLAVE:
    
    Quel giorno mi vergognai ...
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