Gli ammutinati del bounty
Data: 19/01/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: nh-paul
... terribilmente di me. Non immaginavo che potesse accadermi, ma lui mi aveva fatto vedere quei disegni, poi c’era stato l’invito a casa sua. Non sapevo se accettare, ma poi ho capito che ne avevo troppa voglia. Infine quella storia del padre che lo frusta, insomma fu troppo per me e venni davanti a lui, là sullo scoglio, per fortuna accadde dopo che avevo avuto l’accortezza di mettermi a pancia sotto. Finsi di ascoltarlo finché potei, poi mi voltai verso il mare e mi tuffai direttamente nell’acqua, riuscendo a lavarmi per quanto possibile.
Quando mi voltai a guardarlo, vidi che era ancora sullo scoglio, ma stava andandosene. Con le mani si copriva il davanti del costume, evidentemente anche lui era eccitato, pensai. Prima l’avevo visto che era duro e ce l’aveva più grosso del mio, ma ha un anno più di me. Lo sentii gridare per ricordarmi l’appuntamento. Ci saremmo visti alle quattro in un posto e di là mi avrebbe portato a casa sua.
Non ero più tanto certo di volerci andare, ma la curiosità ebbe il sopravvento e tornato a casa non feci altro che guardare l’orologio finché non fu un’ora ragionevole per andare all’incontro. L’attesi per non so quanto, quasi piangendo, perché ero certo che non sarebbe venuto, invece lo vidi arrivare. Mi condusse nella città vecchia, in un palazzo antico col portone enorme che richiuse con un gran rumore dietro di noi. Improvvisamente ebbi paura. Ero in suo potere in quella casa antica. La mia fantasia mi trasportò nel medio evo. Glielo ...
... dissi e lui sorrise:
“È proprio così… vedrai che non è il medio evo, ma l’antica Roma!”
Si riferiva certamente al suo libro.
Andammo direttamente nella cantina e là faceva freddo rispetto alla temperatura estiva che c’era all’esterno. Cominciai a tremare, lui se ne accorse e mi mise un braccio attorno alle spalle. Con quel movimento, quel gesto affettuoso, riuscì a scaldarmi. Non avevo più freddo, ma non ero per niente calmo, tremavo lo stesso per l’eccitazione.
Discutemmo delle foto che voleva fare, delle pose che dovevo assumere. Da un baule tirò fuori un fascia bianca e larga di cotone con cui avrei dovuto cingermi i fianchi. Mi andava di indossarla per provare? Per vedere che effetto faceva su di me?
Certo che volevo, dissi e senza esitare mi tolsi la maglietta, mi sfilai i jeans e cominciai ad armeggiare con la fascia. Vidi che mi guardava, i suoi occhi erano fissi sui miei slip. Mi si avvicinò e mi accarezzò i capelli, poi me li arruffò affettuosamente.
“Vieni…” e mi guidò davanti ad una vecchia poltrona, vi si sedette “ti aiuto io a metterti la fascia. È un indumento usato dai romani…”
Guardò la fascia, poi mi squadrò dalla testa ai piedi e parve decidere diversamente, perché si alzò e dal baule prese qualcos’altro.
“Lascia perdere la fascia, mettiti questo, è un indumento che sostituisce la… biancheria intima.”
Mi dette una pezzuola triangolare, di cotone dai cui angoli pendevano lunghi lacci di cuoio. Ormai ero conquistato dal gioco che stavamo ...