I tormenti di nonna Marta (parte ottava)
Data: 22/01/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Marco Sala, Fonte: EroticiRacconti
... suo PC portatile. Non mi guardò nemmeno, quasi irritata per aver interrotto il suo lavoro. Mi sedetti al suo fianco e, con molta difficoltà, cercai di allacciarmi la cintura. La brunetta accanto a me stranamente, notando la mia inesperienza, si offrì di aiutarmi ed io, educatamente, la ringraziai. Dopo qualche minuto, l’hostess di turno, diede le consuete istruzioni da seguire in caso di emergenza, fatto che mi agitò ancora di più. Seduta sulla mi poltrona, quando l’aereo cominciò a rullare non riuscivo a stare ferma, un poco per le recenti “intromissioni” nel mio buchino, un poco per la paura. La mia vicina invece, come se nulla fosse, chiuse il suo PC e mise il telefonino in modalità “aereo” aspettando tranquillamente il decollo. Si vedeva chiaramente che era abituata a viaggiare in aereo, prese una rivista e tranquillamente si mise a sfogliarla. Io avrei voluto essere calma e rilassata come lei ma non ci riuscivo. Giunto a fondo pista, l’aereo porto al massimo i motori e via, sempre più veloce sulla pista di decollo. Con il corpo schiacciato sulla poltrona, quando staccò le ruote da terra, senza rendermene conto, strinsi l’avambraccio della mia vicina così forte da infilare le unghie nella sua carne. Subito me ne scusai e lei, dando prova di grande comprensione, mise la mano sulla mia e con voce suadente mi disse: “Su, mi dia la mano, forse questo potrà rassicurarla.” Non capivo se questo gesto era solo gentilezza o avesse qualche interesse per me. Non me lo feci ...
... ripetere due volte, incrociai le mie dita con le sue e ce le stringemmo reciprocamente, avvicinandoci e premendo le spalle l’una contro l’altra. Dalla tensione, il palmo della mia mano era umido ma la cosa, per fortuna, non disturbava la mia vicina. Forse per cercare di distrarmi e farmi pensare ad altro, la morettina al mio fianco, si allungò verso di me indicandomi la spettacolare vista che si aveva dal finestrino dell’aereo. Mi indicava con il dito i particolari della città visibili sotto di noi ed, ogni volta che indicava qualcosa, la sua mano sfiorava più o meno intensamente il mio seno. Questi contatti clandestini furono molto apprezzati da me e dalla mia micetta che si bagnò anche lei. Ora passai io all’attacco. Muovendomi quasi innocentemente sulla poltrona continuavo a chiedere cosa fossero le infrastrutture, i fiumi o le strade che si vedevano, ma non per avere delle risposte, bensì perché lei continuasse a sfiorarmi. Il mio invito non sfuggì alla mia vicina, soprattutto quando io mi spostai in avanti per prolungare e rendere più profondi i contatti. Ricevuto il messaggio, con il palmo della mano massaggiò i miei capezzoli per più di un minuto, tanto da farmi emettere un chiaro sospiro di piacere. La mia patatina si stava bagnando sempre di più e la mia ansia stava sparendo. Le lanciai uno sguardo supplichevole per esortarla a ricominciare il gradevole massaggio e lei mi guardò con un piccolo sorriso complice. Sapeva che ero in attesa di nuove carezze, allora pose la mano ...