1. Frate Chiodo


    Data: 27/01/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Edipo

    ... mandare proprio lui in quel ricettacolo di lupi vestiti da agnelli. Bisogna dire, a onore del vero, che tutti quei brutti tipi presero a volergli bene sul serio e più di tutti il priore. Il giovane frate pregava, taceva e lavorava. Essendo il più giovane gli toccavano i lavori pesanti e nonostante la sua magrezza li svolgeva senza lamentarsene, mai. Badava alle bestie del convento, zappava l'orto, lavava le stoviglie, spazzava i pavimenti, attingeva l'acqua dal pozzo, assisteva i frati anziani e malati. Nei pochi momenti di riposo lo si vedeva alla finestra della sua cella guardare il vasto panorama di boschi e paesi lontani e campi sterminati dove la vite si intreccia con l'ulivo e il rosso dei papaveri interrompe il verde dei prati. A che pensava il giovane monaco? Per chi pregava, con le labbra socchiuse? Frate Simone da quando era diventato il capo non si scomodava più per la cerca e il monaco che gli era succeduto nell'incombenza era ormai vecchio e stanco. Così il priore pensò che frate Chiodo era l'elemento adatto per quella necessità. I tempi stavano cambiando e non era il caso di dare scandalo e di attirare l'attenzione delle autorità e dei superiori. Frate Chiodo era l'unico monaco che la gente rispettasse e il fatto che vivesse in mezzo a quei soggetti senza esserne corrotto ne aumentava la fama di santità. I fedeli avrebbero donato volentieri a lui ciò che ai suoi predecessori avevano dato per paura. Così, un mattino di primavera lo chiamò e gli ordinò di partire ...
    ... l'indomani per la cerca. La mattina dopo il giovane partì cavalcando una mula, sotto lo sguardo ironico e non privo di affetto degli altri monaci. "Mandarlo così, in mezzo ai lupi, che gli accadrà?" chiese frate Leone, un omone che si diceva avesse spezzato la schiena a molti soggetti. "Le donne se lo mangeranno, così fragile e vergine", fu il commento di un altro dei migliori elementi, frate Domenico. "L'importante è che torni con le bisacce piene, cosa che a voi ormai è impossibile perché la gente vi prenderebbe a sassate non appena vi vedesse", concluse frate Simone. In effetti frate Chiodo riscosse molto successo e le bisacce si riempirono rapidamente di cacio, di olio, di ceci, di farina. Stanco ma felice si fermò una sera in uno spiazzo di un piccolo paese sconosciuto. Una ragazza alta e formosa, bruna con gli occhi celesti, uscì da una casa e venne ad attingere acqua ad una fontana vicina. Vide il fraticello e gli sorrise maliziosa. "Mi puoi dare da bere?", le chiese frate Chiodo, sorridendo a sua volta. La serata era calda e umida, da morire di sete. La ragazza rise. "Tu chiedi da bere a me? Già, vieni anche tu da quel convento." Prese dell'acqua in una brocca e gli diede da bere. Il frate si dissetò, la ringraziò e le chiese se era lontana la casa del curato a cui avrebbe chiesto ospitalità per la notte. "Non è lontana", rispose la ragazza, "ma è meglio se non ci vai, zio monaco, il prete non gradisce ospiti perché la casa è piccola e lui dorme con la serva." Frate ...
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