1. Emigranti 1


    Data: 01/02/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: geniodirazza

    ... parte emigranti”.
    
    La spiegazione aveva una sua logica ma a me appariva ancora nebulosa e, per non fare la figura dell’imbecille, me ne stetti zitta.
    
    Arrivò il giorno della cerimonia e tutto si svolse nella maniera più semplice e lineare possibile. Al termine del pranzo, al momento di ritirarci nella casa che avevamo arredato, mia madre mi prese in disparte e mi disse quasi accorata: “Non avere paura e lasciati andare; abbi un poco di pazienza se avrai male ma poi tutto passerà; cerca solo di essere paziente e condiscendente.”
    
    Ero perplessa e stralunata; per la prima volta dormivo in un letto matrimoniale con un’altra persona e non sapevo proprio come comportarmi. Andai in bagno, mi cambiai, indossai il camicione da notte che mia madre mi aveva preparato e mi infilai nel letto nel buio quasi assoluto della camera.
    
    Antonio non mi fu di nessun aiuto. Si spogliò dall’altra parte del letto, senza che osassi dare neppure un’occhiata, si infilò sotto la coperta e dopo poco lo sentii che mi montava sopra con tutto il corpo.
    
    Facendo leva coi piedi mi fece allargare le gambe, armeggiò con le mani sul basso ventre e dopo un poco sentii qualcosa di duro e grosso entrarmi nel ventre provocandomi una fitta dolorosa alla quale reagii secondo gli insegnamenti di mia madre con pazienza e condiscendenza.
    
    Facendo leva sulle ginocchia, si mosse su e giù una decina di volte mentre io sentivo quell’affare grosso e duro scorrermi dolorosamente nel ventre; ad un tratto, un urlo ...
    ... soffocato si accompagnò ad una spinta più forte e lunga; sentii l’affare perdere consistenza e scivolare lentamente fuori dal ventre.
    
    Antonio si sollevò, si spostò di lato e ripiombò bocconi sul letto; dopo qualche istante lo sentii ronfare.
    
    Andai in bagno, mi sedetti sul water e orinai; alzandomi, notai tracce di sangue nell’acqua del water e sulle cosce; mi sedetti sul bidet, mi lavai, mi asciugai e tornai a letto.
    
    Nel corso della notte, ancora due volte Antonio mi montò sopra, mi allargò le cosce e mi penetrò nel ventre con il suo affare duro e grosso; ma stavolta non provai dolore e, quando andai in bagno a farmi il bidet, non vidi più tracce di sangue.
    
    Come era giusto in un ambiente da paesello dell’Appennino interno, avevo poche e confuse nozioni di sesso.
    
    Ma capii almeno che il rito della deflorazione era stato celebrato a norma di tradizione e che nessuno si sarebbe potuto lamentare né della mia verginità né della mia totale disponibilità al maschio.
    
    La mattina seguente però mi feci quasi un dovere di andare a trovare Donatella per chiedere approfondimenti.
    
    La trovai che lavorava ad un complesso modello che stava studiando; mi sedetti sulla sedia a fianco alla sua e aspettai.
    
    “Allora!?! Com’è andata?”
    
    “Per lui e per loro, bene. Per me, non so.”
    
    “Cos’è che non sai?”
    
    Le raccontai per sommi capi come si era svolta la cerimonia della prima notte e la vidi sorridere quasi compassionevole: “Non credi che avresti fatto meglio a darmi qualche ...
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