Il nano elefantino
Data: 03/02/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: benves
... scendere in piscina.
La zona piscina era un’area pavimentata da erba finta con sdraio di plastica bianche disseminate con cura, al centro della quale si trovava l’enorme vasca rettangolare.
Con in braccio il mio asciugamano mi avvicinai in cerca di un lettino e ne trovai uno disponibile proprio davanti uno dei lati.
Assieme a me c’erano altre donne che avevo intravisto nel mio gruppo poco prima
Con gli occhiali calati sul viso mi distesi e cominciai a spalmarmi la crema sulle gambe.
Accanto a me una signora prese posto, indossava un bikini bianco che si intonava perfettamente alla sua carnagione pallida.
“Certo non perdono tempo,”mi disse,”
“Come?” chiesi.
“Gli animatori.”
Indicò l’altro lato alcuni degli animatori che si stavano approcciando con le mogli lasciate sole. “Anche con chi è appena arrivato già cominciano a cercare di battere chiodo.”
Capendo a cosa si riferiva annuii. “Sì, può darsi.”
Lei non disse altro, si distese accanto a me ed entrambe rimanemmo in silenzio a prendere il sole, mentre attorno a noi si sentiva solo il chiacchiericcio sommesso delle altre persone.
Non so quanto tempo passò, mi ero appisolata quando sentii: “… sei qua con tuo marito Chiara?” Mi girai alla mia sinistra e vidi uno dei ragazzotti con indosso i pantaloncini dello staff chiacchierare con la mia vicina di ombrellone.
Lui, abbronzato e fisico scolpito, non aveva davvero perso tempo, stava accarezzandole una coscia con la punta di un dito in modo ...
... sornione in cerca del limite entro il quale poteva spingersi.
“Esatto,” rispose lei sorridente.
“Il programma cosa prevede?”
“Dipende,” disse lui. “Da come si mettono le cose…”
Lei ridacchiò di nuovo ed io, essendo passata inosservata, ne approfittai per far finta di dormire in modo da non avere scocciature di sorta.
Feci appena in tempo a girarmi quando una voce chiamò la mia attenzione: “salve, come va?”
Prima che potessi seguire la voce con la testa apparve alla mia vista il suo possessore: l’uomo di bassa statura che mio figlio aveva indicato circa due ore prima.
“Salve,” risposi imbarazzata.
Era alto un metro e trenta, gambe corte e fisico tozzo. Aveva una testa stempiata con capelli neri tagliati corti e la pelle quasi nera.
“Sono Andrea,” si presentò.
“Mara.”
Dietro di me i due stavano continuando a ciarlare spensierati.
Senza chiedere Andrea si sedette sul lettino accanto alle mie gambe. “Anche tuo marito è al torneo di tennis?”
“Già.”
Lui annuì. “Mi raccomando, non mancate per lo spettacolo del dopo cena e poi andiamo tutti in discoteca a ballare!” Disse lui con allegria con il suo marcato accento siculo. “Verrete?”
Io storsi la bocca. “Dubito,” dissi “non sapremmo a chi lasciare il bambino.”
“Oh, capisco…”
Sembrava veramente dispiaciuto.
Accanto a me intano il ragazzotto era andato via e la mia vicina di ombrellone aveva ripreso a leggere la sua rivista.
Io rimasi lì ad osservarmi attorno, chiedendomi quando il ...