1. Il nano elefantino


    Data: 03/02/2018, Categorie: Tradimenti Autore: benves

    ... erano adibiti a servire un piccolo rinfresco fatto soprattutto di bevande e frutta.
    
    Gli animatori indossavano una polo gialla e dei pinocchietti grigi che, messi assieme, creavano una sintonia di colori inguardabile.
    
    Giravano fra le coppie e i vari turisti intrattenendoci con battute, piccoli giochi e quant’altro. L’intrattenimento della serata difatti, come ci spiegarono, sarebbe stato molto leggero e casuale; niente copioni o qualcosa di fisso.
    
    Quello era il loro modo di creare una serata in cui ci si potesse divertire senza ricorrere a niente di artificioso.
    
    Nel passare dei minuti partecipammo a diversi piccoli giochi mentre sorseggiavamo prosecco e con piccoli pezzi di fragola dentro.
    
    In uno degli ultimi, separarono uomini e donne, e così fra coppie ci perdemmo un po’ di vista.
    
    A fine gioco la situazione si fece più rilassata e cominciammo tutti a mescolarci e a chiacchierare del più e del meno prestando così meno attenzione all’intrattenimento.
    
    Durante la serata più volte avevo cercato con lo sguardo Andrea senza mai trovarlo.
    
    Dopo una parte della serata passato a chiacchierare lo trovai nella zona delle sedie che stava intrattenendo i bambini con dei giochi di giocoleria e un costume da clown.
    
    “Ciao,” lo salutai avvicinandomi quando ebbe finito.
    
    “Ciao Mara! Mi dai dieci minuti per cambiarmi? Poi sono da te.”
    
    “Sì, certo.”
    
    Andrea entrò dentro la palazzina, io, con lo sguardo cercai di trovare mio marito che, da quando ci eravamo ...
    ... separati prima dei balli di gruppo non avevo più visto ma non riuscì a trovarlo.
    
    “Eccomi,” disse Andrea arrivando di corsa con lo stesso abbigliamento stonato degli altri.
    
    “Hai mangiato qualcosa?”
    
    “Sì, scusa stavo cercando di vedere mio marito.”
    
    “Capisco. Vuoi ti dia una mano a cercarlo? Conoscendo la zona meglio di te forse lo troviamo più facilmente.”
    
    “Grazie,” risposi io. “Se non ti dispiace.”
    
    “Ci mancherebbe.”
    
    Mi porse la mano, “dammi la tua così non ci perdiamo.”
    
    Girammo un po’ e trovai mio marito insieme ad altri uomini intenti a chiacchierare con alcune delle animatrici più giovani in quella che poteva essere una situazione destinata a risolversi in un contesto più piacevole; inutile dire il disappunto dal vedere una cosa simile.
    
    Quella fu per me la dimostrazione di come davvero fossi solo io a darmi da fare per rimettere in riga le cose fra noi.
    
    “Andiamo,” dissi ad Andrea.
    
    Tornati alla festa bevemmo qualche bicchiere, per quanto lui cercasse di farmi sorridere io proprio non ero dell’umore anzi, tutto quel chiasso e quella confusione iniziarono a darmi anche fastidio.
    
    “Mara, tutto bene?” mi chiese lui.
    
    “Non molto,” riposi restando sul vago poi, presa dalla voglia di sfogarmi, comincia a raccontare a grandi linee la mia idea di quello che doveva essere quella gita lì per noi tre.
    
    Lui ascoltò annuendo in diversi passaggi e senza mai interrompere.
    
    “Non sei la prima a venire in villaggio con idee simili,” mi disse
    
    “Capita più di ...
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