Dal punto di vista dello stalker (parte 2)
Data: 06/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: thefriendlymanbehind
... marciapiede, il suo telefono si era già collegato alla rete wireless ed il suo pc ne stava facendo il backup; attesi altri 15 minuti per aver copia anche di quelle informazioni e poi andai via.
La vicina si sarebbe svegliata alle 8:30, parcheggiai lontano da casa mia e tornai a piedi senza far rumore nelle scale.
Appena arrivato a casa trasferii i dati rubati nella mia macchina più sicura: l’OS era una distro basata su Debian di mia creazione, i dati sugli HD erano crittografati con una chiave AES a 256bit il cui codice di accesso (di 35 caratteri) era dato dalla disposizione di alcuni libri nella mia libreria, inoltre la cartella del progetto “Gioventù” era ulteriormente protetta da una password che tenevo a mente. Oltre a ciò gli HD avevano un dispositivo di distruzione fisica, se fossero stati girati un giroscopio avrebbe azionato un servomotore a cui avevo collegato uno spillone che avrebbe bucato una capsula contenente acido per batterie. Rozzo, ma efficace.
Ma passiamo al lavoro.
Il bottino più succoso erano di certo i backup dello smartphone, ma li lasciai come ciliegina sulla torta per premiarmi dopo settimane di duro lavoro.
Foto personali, documenti bancari, email e conversazioni sui vari social network mi portarono via un mese di lavoro (avevo anche altri progetti in sospeso, non potevo dedicarmi al 100% a lei), non era un problema dato che dovevo aspettare nel caso in cui qualcuno bussasse alla mia porta in merito alla mia sosta prolungata senza ...
... nessun apparente motivo.
Non trovai nulla di particolarmente interessante o compromettente: aveva ammesso di rubare alla cassa del supermercato dove lavorava con una sua amica, avevo un’idea dei rapporti sessuali e delle prestazioni che era solita fare ai suoi molti ragazzi, alcuni trovati per caso in discoteca, molte foto di lei felice in varie situazioni, ma non molto altro. Ora però toccava ai backup dello smartphone.
Il telefono era una miniera di lavoro, avevo trovato quasi subito alcune foto in topless a volto scoperto, una in perizoma del suo lato B ed un video in cui si masturbava con le dita, mostrava i suoi umori alla telecamera, faceva scomparire le dita nella sua bocca per poi rimostrarle soddisfatta ad uno dei suoi amanti.
Fantastico! Conoscevo tutto di lei: le poche abitudini, i suoi orari, tutte le sue storie personali, le sue amiche più care (di alcune avevo addirittura nome utente e password di diversi social network) stando comodamente in auto per una notte, ma la mia ricerca si estese anche al titolare del supermercato dove lavorava come cassiera per via di quella storia dei furti.
Fu una ricerca veloce che mi portò via poche ore: era un omino di mezz’età, single, mai sposato, usava i social network solo per eccitarsi. Lo seguii una sera per vedere dove abitava, violai la sua rete wireless (ancora in WPA, ci misi pochi minuti), scaricai i log per conoscere i suoi orari e lo seguii il martedì sera dove aveva sempre lo stesso buco: dalle undici a ...