Un adorabile culetto sottomesso
Data: 10/02/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: RedTales
... negozio notammo un cartellino che diceva “CHIUSO”, anche se dentro era illuminato. Provai a bussare sulla porta ed arrivò un uomo che, riconosciutomi, mi aprì. Dopo i saluti di rito mi chiese chi fosse quel bel ragazzo che si mangiò con gli occhi. Quando chiesi se poteva darci un paio di pantaloni si dimostrò subito disponibile e disse di si e ci invitò a seguirlo nel reparto dedicato mostrandoci quello che aveva. Tre paia mi sembravano poter andare e invitai il mio giovane amico a provarli, lasciandolo letteralmente senza parole. L'occhiata che mi lanciò diceva tutto ma sapeva che doveva continuare a recitare la sua parte di giovane ubbidiente e così fece anche se l'imparazzo che stava provando era grande. Gli fu indicato il camerino prova e ci si diresse cercando di tirarsi giù la maglietta. Entrò e fece per chiudere ma mi misi in mezzo alla porta bloccandolo con un “dai, non serve chiudere, così vediamo subito come ti stanno.” Pensò come mettersi per togliersi quegli aderentissimi jeans, realizzando che in ogni caso il mio amico avrebbe visto che non indossava biancheria. Se lo avesse fratto frontalmente ci avrebbe fatto vedere solo il pisello, di fianco probabilmente avremmo visto tutto e girato si sarebbe scoperto quel grosso dildo che stava portando a passeggio. Decise per la posizione frontale e, mentre parlavo dell'ultima volta che ci eravamo visti con Giorgio lo osservammo togliersi le scarpe e quindi i pantaloni facendo far capolino al suo sesso. Lui lo guardò, ...
... poi lo riguardò e infine mi fissò con un sorrisetto che diceva tutto. “Ragazzetto disinibito… Dev'essere proprio un caro amic… chetto” “Si, è' un caro amico con cui mi vedo. Sai come vanno queste cose, no! Ma oggi mi sembra anche sbadato! Hai dimenticato di metterti gli slip quando siamo usciti.” Ovviamente non disse che ero stato io a dirgli di non farlo. “Hai sempre splendidi amici” commentò. “Questo poi mi sta già facendo impazzire. Che fisico e che pisellone! Dio che meraviglia!” “Si, una vera meraviglia, ma siamo qui per i pantaloni...” e gli allungai il primo paio di bermuda e lo invitai ad uscire e a fare due passi per poterlo osservare bene.
Mi accorsi che era diventato rosso in viso e questo capitava assai di rado. Evidentemente il gioco stava funzionando e lui ci si era immerso completamente. Cercò di muoversi dandoci sempre la faccia ma gli chiesi esplicitamente di girarsi per vederlo anche da dietro e, come lo fece, lo sguardo del commesso cadde su quella strana forma e quindi sfoderò nuovamente il suo sorrisetto. “Stanno bene, però ti lasciano un segno dietro, come se ci fosse qualcosa dentro.” Prima che potesse fare o dire qualcosa l'uomo che ormai sembrava essere diventato mio complice, allungò la mano poggiandola proprio dove appariva il difetto e afferrandolo confermò: . “si, è sotto, non sono i pantaloncini a cadere male”. Sebastian fece un brusco passo avanti facendogli scivolare la presa e rientrò nel camerino per toglierli, stando sempre davanti a noi. ...