Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... permesso per poter fare una doccia, ma l’acqua calda era già completamente finita; si raccolse allora i capelli in una coda di cavallo, erano le sette e mezza del mattino, e facendosi infinitamente coraggio, si incamminò a piedi fino alla stazione della metropolitana; proprio mentre il sole iniziava debolmente a illuminare, l’alta cima degli orribili palazzoni popolari di zona.
Non fu nemmeno necessario dover attendere che le due coinquiline uscissero, per poter rientrare nella sua dimora perfettamente sola e del tutto indisturbata: arrivò alla Stazione Tiburtina dopo più di mezz’ora, e quando infine giunse a casa, la trovò già completamente vuota e silenziosa.
Trentaseiesimo episodio
L’Università era diventata un ostacolo quasi impossibile da sormontare, pensava Hélène quella mattina, mentre con immane fatica provava a leggere alcuni appunti di almeno due settimane addietro. Ad un certo punto prese il telefono, e si rese conto che la madre l’aveva provata a chiamare per almeno tre volte la sera prima.
Provò un senso di grande urgenza e di preoccupazione, e allora sedutasi sul letto, dopo un lungo sospiro decise di richiamarla, temendo che quella potesse essersi piuttosto adirata, per il fatto che Hélène non le avesse risposto.
La madre era al lavoro, e non poteva parlarle in modo chiaro ed esplicito.
Ma ad un certo punto le disse, cambiando repentinamente il tono della sua voce: “Ho appreso con piacere alcuni giorni fa… da Bianca… che adesso abiti in un ...
... bell’appartamento, con altre due brave stupidone come te, e tanti altri ragazzi con molta voglia di divertirsi che vi ronzano attorno … non è così Hélène ?!?”.
Quest’ultima tacque, ma avvertì chiaramente quella netta sensazione, che non provava da tempo, di autentico timore e di minaccia. La madre allora riprese: “Non mi hai detto nulla e non immagino nemmeno come tu possa permettertelo … non mi interessa, ma io so solamente una cosa …”, e concluse: “Quando vieni qui, preparati perché a me tu le bugie non le dici … hai capito stupida?!?”.
Hélène attaccò il telefono e adesso aveva una sola certezza: non appena avesse rimesso piede nella sua casa a Liegi, il benvenuto sarebbe stato una volta ancora, non privo di dolorose conseguenze; la madre non la dava infatti certo ad intendere, era sempre severissima con lei quando serviva.
Eppure, quella mattina Hélène aveva preso stranamente a ripensare a casa, come se in cuor suo ella desiderasse finalmente di potervi ritornare; era diventata una donna, non aveva più alcun timore del sesso, avendolo provato in maniera dura e verace, e fino al punto da trarne anche del piacere. Sentiva come se la sua missione si fosse finalmente compiuta, quasi come se tutta quella lunga e sciagurata avventura, fosse servita unicamente a farle perdere una volta per tutte, la sua verginità.
Adrian era davvero un uomo rozzo e ignorante; in ben due occasioni quello l’aveva abusata, ma era oramai evidente come non desiderasse avere con Hélène alcuna relazione ...