Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... combinati nel locale la settimana precedente, si trattenne dall’alzare la voce. Tuttavia, non nascose affatto una reazione rabbiosa, e fissando il cuoco, disse digrignando i denti: “Cosa vuoi da me!”.
Adrian la trascinò a sé, del tutto noncurante del fatto che Gheorghe li stava osservando, e tirandola ancor di più per i lunghi capelli, fino ad avvicinarle il volto, le rispose: “Non penserai mica di andare senza di me questa sera…”, e le mollò l’ennesimo scapaccione sul retro della gonna, liberandola.
Il resto della serata passò nell’incubo dell’angoscia più profonda; Hélène non sapeva davvero cosa avrebbe potuto fare per evitarlo: arrivò persino a pensare, di poter scrivere un messaggio a Marco oppure a Lele, implorando aiuto.
Ogni minuto che passava, sentiva avvicinarsi la sua fine, e temeva per tutto il dolore che avrebbe potuto provare: certamente il cuoco sarebbe stato assai poco delicato con lei, date le terribili premesse.
Ebbe un ultimo timido sussulto di orgoglio, e mentre i tavoli si andavano svuotando lentamente uno ad uno, la ragazzotta belga pensò che avrebbe potuto negarsi esplicitamente ad Adrian, magari adducendo una qualsiasi scusa, quantomeno per rimandare quella pena.
Fu così che attese per qualche istante ancora nel corridoio, man mano che le altre ragazze uscivano ed i camerieri andavano sistemando la sala; se ne stava seduta ferma nella penombra, con le mani aperte sopra le ginocchia. Adrian la notò, ed allora affacciandosi con fare furtivo lungo il ...
... corridoio, le diede un buffetto sul viso e con tono di voce ironico e provocante le disse: “Brava piccola cicciona … lo vedi che quando vuoi sei brava…”.
Era decisamente troppo; trattenuta contro la sua stessa volontà, costretta ad attendere per subire un qualcosa che in quel momento era per lei peggio d’un abuso, e perfino anche umiliata e derisa. Si alzò in piedi, vide che la sala in quel momento era stranamente vuota, ed istintivamente pensò di prendere il suo cappotto e di provare a fuggire via.
Ma la borsa bianca con il ricambio era posta solamente qualche metro più in là, oltre la porta della cucina; se Hélène avesse indossato il suo cappotto, forse Adrian avrebbe potuto rendersi conto della sua intenzione. Scivolò allora attraverso il corridoio fino a raggiungere la sua borsa, senza venire osservata. Dopodiché passò nuovamente tenendo quella borsa stretta sotto il braccio, tutta quanta trafelata.
Infine, giunta nuovamente nei pressi dell’attaccapanni dove vi era appeso il suo cappotto, pose la borsa sullo sgabello dinanzi a lei, e si guardò intorno.
In quel preciso istante Adrian uscì per andarsene in bagno.
Aveva sfilato via i guanti, e si avvicinò alla porta della toilette fischiettando; fu un solo istante, ed i suoi occhi incrociarono quelli di Hélène. E come spesso succede ai bambini che sanno di avere commesso una marachella, o che sono sul punto di compirne una, anche Hélène lo guardò in modo miseramente esplicito, rivelando nei propri occhi l’infelicissima ...