Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... alla pelle sudata dei glutei e delle cosce. A quel punto si ritrovò in posizione eretta, con la gonna sempre sollevata, le mani aperte sulla scrivania, e le spalle rivolte al suo datore di lavoro, che brandiva sempre la paletta colpendosi continuamente il palmo della mano.
Il sederone, bianco e molle, era unicamente riparato dalla mutandina di raso, larga ma non troppo alta sul didietro; al punto che la morbida fessura in mezzo ai glutei ne veniva fuori su in cima, invitando colui che le stava alle spalle, impietoso, a completare il lavoro tirandola giù.
E così fece il signor Mariano, senza attendere oltre, ma lasciandole il sottile indumento di raso poco sotto le natiche, in maniera da non esporre affatto le intimità della povera ragazza; le aveva semplicemente liberato i glutei, ma non aveva alcuna intenzione di scoprirle il resto. Sentiva il pene tirargli come un bastone vivo dentro alle mutande, come non gli accadeva davvero da molto tempo; ma di contro sapeva anche di non poterle fare nulla, e per tale ragione aveva preferito evitare di peggiorare la situazione.
Hélène a quel punto provò un nuovo scatto nel ventre; prese a tremare sulle cosce, e si assestò meglio con la pancia riversa sul tavolo, inarcandosi ed afferrando i due braccioli in modo da essere meglio distesa. Non capiva come mai invece di provare angoscia o timore, al contrario in quel momento ella sentisse le vene vibrarle e la pelle respirare intensamente su entrambi i fianchi rigonfi; era nuovamente ...
... quell’assurda voluttà, incomprensibile ed inesorabile, che inopinatamente la travolgeva. La ragazzotta belga riprese a piangere sommessamente, si vergognava di sé stessa al punto tale che, se solamente ella avesse potuto, sarebbe sparita immediatamente da lì.
Ma invece era piegata contro la scrivania, con la gonna alzata e le calze e le mutandine di raso abbassate, esibendo il suo didietro gonfio e deforme dinanzi agli occhi sgranati e increduli del suo anziano datore di lavoro.
Quegli riprese a battersi la paletta sul palmo della mano sinistra, e fu a quel punto che Hélène iniziò ad avvertire un prolungato brivido su tutta quanta la schiena: era la stessa, inconfessabile sensazione del suo primo, lontano orgasmo, mai più sperimentata sin da allora. Si piegò allora ancor di più, e strinse i braccioli della sedia più forte che ella poteva. Il signor Mariano, nel frattempo, era diventato incredibilmente duro dentro ai suoi pantaloni.
Le disse: “Hai un culo di cui dovresti vergognarti … ma cosa ci trovava quel delinquente a sbatterti così come faceva?”.
Hélène in quell’istante avvertì un sentimento ancor peggiore, d’annullamento e di prostrazione; afferrò allora sempre più forte i due braccioli, e premendo con la pancia contro il duro legno della scrivania, iniziò inopinatamente a desiderare che l’uomo in piedi alle sue spalle, la battesse con la paletta.
Ma quello proprio non ne voleva sapere, continuava a girare avanti e indietro per l’angusto spazio dello studio, con il ...