Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... sensazione che qualcuno le tenesse un dito costantemente infilato in mezzo ai glutei, e non c’era alcun verso di liberarsi.
Giunse a casa trovandola inaspettatamente, del tutto vuota; decise così di recarsi in bagno, e lì in preda al dolore più assurdo ed alla pena, poté contemplare quello che il suo datore di lavoro le aveva fatto: il sedere era completamente arrossato, con macchie sparse di colore nero dappertutto; ed in mezzo vi era questa specie di tappetto verde, piatto e gommoso, che le chiudeva l’ano non facendola respirare.
Si domandava come avrebbe fatto il signor Mariano, a liberarla la sera stessa, e questo accresceva ancor di più la sua angoscia; se solamente ella avesse provato, a mettersi un istante seduta, quella specie di naso di gomma si sarebbe infilato ulteriormente, irrigidendosi dentro la carne morbida e umida; doveva quindi starsene in piedi, e sarebbe stato estremamente imprudente provare a sfilarselo, non sapendo esattamente come fare ad inserirlo nuovamente nella stessa posizione.
Si preparò una minestrina di verdure, e la mangiò in silenzio nei pressi della cucina; fuori faceva molto caldo, e sotto il tessuto della gonna nera, Hélène poteva sentirselo per bene: il tappino le stava fermo, rigido e conficcato nel didietro, senza alcuna tregua e senza alcun sollievo.
Dopo un paio d’ore iniziò ad abituarsi, anche se di tanto in quanto avrebbe desiderato di venire nuovamente liberata, anche solo per un momento. Quando si appoggiò alla tazza per fare ...
... la pipì, dovette prestare massima attenzione, affinché quel fastidioso oggetto non le fuoriuscisse in modo accidentale dal didietro.
Si preparò in anticipo per recarsi al lavoro, con l’appartamento ancora vuoto e desolato; non prima d’essersi fatta un pianto dinanzi allo specchio del bagno, avvilita ed umiliata per quell’assurdo e persistente senso di oltraggio.
Alle cinque e mezza del pomeriggio era nuovamente lì, con le cosce che si strusciavano sotto alla gonna, ed il tappino di gomma che adesso era diventato leggermente più duro, e la faceva sentire tutto il tempo orribilmente intasata.
Questa volta il signor Mariano pareva godere in modo scellerato della situazione, e la fissava senza distogliersi un solo istante: pensava ripetutamente, a quel che la ragazza teneva conficcato nel didietro, e pregustava il momento, in cui quella poveretta l’avrebbe dovuto implorare di toglierlo.
Hélène prese a servire alcuni tavoli occupati da un gruppo di turisti, ed ebbe la netta sensazione, che tutti quanti si rendessero perfettamente conto, di quello che lei teneva infilato nel sedere; si trattava ovviamente di una sua pura e semplice suggestione, ma in quell’istante Hélène percepiva nitidamente uno strano sentimento, come se tutti quanti volessero osservarla e deriderla.
Iniziò a provare un inconfessabile desiderio, di sfiorarsi e di toccarsi, e man mano che il tempo passava, poteva sentire la peluria nera in mezzo alle cosce inumidirsi sempre di più; era l’attesa dell’epilogo, ...