Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... con la preannunciata estrazione del tappo di gomma da parte del signor Mariano.
Fu un gesto rapido e deciso: mentre la signora Nadia sparecchiava alcuni tavoli, quegli le fece un cenno fugace con le dita, di infilarsi dentro al suo studio; sbatté il palmo della mano sulla sua scrivania, indicando pertanto a Hélène di coricarsi in avanti. Quella non vedeva l’ora di venire liberata, e gli facilitò il compito sollevandosi direttamente la gonna ed abbassandosi le mutandine, prima ancora di piegarsi di fronte a lui.
Le tolse via il tappetto di gomma, che era oramai divenuto durissimo; era probabile, che coi liquidi sparsi in mezzo alle cosce, quello squallido oggetto fosse divenuto maggiormente denso ed inflessibile, al punto da causarle anche un persistente dolore; fu gettato via dal signor Mariano nel secchio della immondizia: faceva abbastanza schifo anche semplicemente a tenerlo in mano.
Quarantaquattresimo episodio
La preparazione per l’esame di Diritto Canonico andava avanti, tra mille distrazioni ed altrettante difficoltà. Chiara appariva meno concentrata del solito, e con una risoluzione abbastanza inattesa, quel lunedì sera, quando mancava una sola settimana alla fatidica data, fece intendere a Hélène di non essere più convinta di volerlo sostenere.
Fu un colpo durissimo per la studentessa belga. Provò ad insistere, implorando Chiara almeno di aiutarla per un’altra settimana ancora: ed alla fine quella, seppur controvoglia, con generosità l’assecondò; non ...
... avrebbe sostenuto il proprio esame, ma avrebbe provato ad aiutare Hélène fino all’ultimo.
Ma era sempre più evidente, come la sua coinquilina fosse completamente disinteressata, distratta ed assente; s’era comportata come una studentessa modello durante tutti i mesi passati, ma adesso ella sembrava solamente l’ombra di sé stessa. La follia del sesso l’aveva travolta, al punto da perdere di vista i motivi stessi per cui ella si trovava lì, a Roma, presso quella vecchia e prestigiosa Università.
Hélène rimase a casa la mattina di quel martedì, rassegnata oramai a dover studiare da sola per tutto il tempo; provava a concentrarsi e a respingere i pensieri più vergognosi ed umilianti: si impegnava moltissimo, e con tanta buona volontà provava a mandare a memoria tutto quanto.
L’indomani sera dovette recarsi nuovamente al locale, e per la prima volta iniziò a meditare di smettere di lavorare in quel posto; aveva dovuto rinunciare a gran parte del suo tempo libero per dedicarsi a quella mansione insulsa, venire maltrattata prima da un cuoco rozzo e ignorante, derisa da tutti, ed infine punita e picchiata dal suo datore di lavoro. Solamente per potersi permettere l’affitto, ed abitare con quelle due ragazze che le piacevano sempre di meno, oltre a pochi altri piaceri inutili e superficiali che ella s’era concessa. Non sarebbe stato forse molto meglio tornarsene al Convitto, pensava Hélène, mentre faceva ancora una volta il suo ingresso nel locale buio e semideserto.
Il contratto ...