1. Storia di Hélène


    Data: 26/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com

    ... parole; ad un certo punto la signora Dominique si sciolse in una leggera risata, riprendendo poi però immediatamente, il proprio tono di voce estremamente duro e minaccioso; Hélène era sempre lì in piedi appoggiata al tavolo, con le ginocchia che non la smettevano di tremare.
    “Certo che le prende! Adesso impara… ma imparerà a contarle … quante ne prende!”; la madre si riferiva in modo inequivocabile, a ciò che le sarebbe accaduto di lì a pochi istanti, ed Hélène si sentì in quel momento sprofondare, senza alcuna possibilità di rimedio; la madre rise nuovamente in modo lieve, dopodiché appoggiò il telefono senza congedarsi, e fu in piedi con un’espressione tirata e seria. Avanzò verso la figliola che era sempre adagiata al tavolo, e fissandola con uno sguardo solo apparentemente amorevole, le prese un braccio costringendola a voltarsi; Hélène si agitò per un solo istante, ma poi ben presto si arrese, lasciandosi spostare docilmente lungo le scarpette, in modo piuttosto lento ed impacciato. Bianca, nel frattempo, era scesa giù per le scale e andava spiando la scena di nascosto, dietro la porta.
    “Lo vedi questo?”, disse la signora Dominique mostrando alla figliola il battipanni; “Questo qui si usa con le bambine stupide e disubbidienti, proprio come lo sei stata tu oggi”. Hélène prese a piagnucolare, ma non riusciva a trovare alcuna scusa per discolparsi: “Ti prego mamma… ti scongiuro, non ho fatto nulla”. “Zitta, stupida!”, le rispose.
    Quella spostò la sedia, la stessa dove ...
    ... precedentemente aveva poggiato il battipanni, facendo così spazio per la figliola; dopodiché con un ampio gesto del braccio sinistro, le fece cenno di piegarsi sul tavolo, brandendo sempre il battipanni minacciosamente nella sua mano destra. Hélène continuava a piangere sommessamente, ma oramai aveva compreso quale fosse il proprio destino; si accomodò allora docilmente con tutta la pancia, sentendo la superficie liscia e dura del tavolo contro i bottoncini della camicia bianca; la gonna grigia era strettissima ed era già tutta rivolta verso il centro della sala. La sorellina capì quello che stava per accadere, era la prima volta che sua madre puniva la figlia.
    “Adesso tiriamo fuori questo sederone” esclamò la signora Dominique, mentre Hélène si sentiva scivolare nella vergogna più profonda; “Adesso tesoro …tira su questa gonna, voglio che impari a farlo ogni volta che disubbidisci. Forza bambola: tirati su quella gonna… andiamo stupida”.
    La ragazzotta obbedì anche stavolta, e sollevandosi per un istante in posizione eretta, si trascinò su la gonna con ambedue le mani, fino a rigirarsela completamente attorno ai fianchi rigonfi: l’interno era di velluto e le scivolò lungo la pelle in modo delicato; lentamente vennero fuori due glutei pallidi già scoperti, con la bianca mutandina dai bordi morbidi tutta stondata in cima; la gonna rialzata le ricadeva leggermente sopra, nascondendone completamente l’elastico.
    “Guarda che sederone, solo una stupida come te può andare in giro ...
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