Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com
... spostarsi di lato e di mettersi a sedere, ma in quell’istante vide qualcosa che non si aspettava di vedere: su una delle sei sedie disposte attorno al grande tavolo in noce del salone, quella a lei più vicina, era stato appoggiato da qualcuno, il battipanni di vimini; lo stesso battipanni con il quale la signora Dominique aveva più volte disciplinato la sua povera cameriera.
“Ha appena visto il battitappeto”, commentò ironicamente al telefono la madre; Hélène si mise una mano sulla bocca, e comprese che non sarebbe uscita da quel salone prima di ricevere una nuova e sonorissima lezione; prese a tremare sul serio, mentre il signor Eric replicava dicendo: “Lo ha visto, adesso lo deve sentire, ma in quella stupida testa”.
Arretrò ancor di più verso il tavolo, fino ad appoggiarvi il retro della gonna, che era gonfio e leggermente stropicciato; il battipanni era sempre lì, anche se Hélène faceva adesso verso di ignorarlo: aveva le ginocchia grandi che le tremavano vistosamente, e le mani chiuse sul grembo; osò aprire bocca e giustificarsi in modo goffo e ridicolo dicendo: “Mamma io non c’entro nulla … pensavo di andare a comperare il regalo…”; “E invece sei finita in ginocchio su una sedia come una stupida, a casa di un uomo, è così bambolotta?”, le disse la madre mostrando i denti. Come aveva fatto a saperlo? Hélène non dovette nemmeno chiederlo, dal momento che quella immediatamente le raccontò di avere telefonato a Jeanne e di avere udito la voce di Pascal. “Chi era quel ...
... ragazzo al telefono, uh?”, le domandò in modo irruento, fissandola sempre negli occhi.
Hélène rispose balbettando: “Pascal lui è il ragazzo di Jeanne… ed io non c’entro niente mamma!”; “Ma allora cosa ci facevi in ginocchio su quella sedia tesoro? Non continuare a scherzare con me… la mia pazienza ha un limite, e tu lo hai già superato”.
La situazione si stava facendo insopportabile, ed in quel momento la ragazzotta comprese, come s’andasse approssimando per lei, il momento del giudizio. Udì una volta ancora il signor Eric parlare dall’altro lato del telefono, e la conclusione inappellabile di sua madre: “Certamente, adesso le faccio vedere io cosa le succede, a fare la bugiarda con me”.
Sulle prime Hélène pensò di ribellarsi, ed infatti incrociò le braccia sbuffando, avrebbe voluto far finta che non fosse accaduto nulla di grave, e perfino di accennare ad andarsene. Ma la signora Dominique era sempre più determinata, e prima di riprendere la conversazione col marito, accavallò le gambe e disse ad alta voce: “Girati e appoggia i gomiti al tavolo; ti ordino di girare quella stupida schiena e di appoggiarti, lì!”. Voleva dunque passare ai fatti.
Hélène avvertì in quell’istante, la profondità del baratro in cui si era cacciata, e prese nuovamente a tremare da cima a fondo, dalla testa fino alle scarpette leggere e primaverili che aveva indossato. “Obbedisci, stupida!” le disse la madre.
Il signor Eric era sempre al telefono, anche se non si riuscivano a comprendere le sue ...