1. Storia di Hélène


    Data: 26/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com

    ... dopo quella lunghissima serie di colpi; arrossato di vene bollenti, sudato e molle, era stato battuto per bene. La madre decise di fermarsi quando si rese conto che rischiava davvero di farle male, la stava fustigando senza sosta da diversi minuti. Ma voleva continuare ad umiliarla ancora, per cui decise di appoggiarle il battipanni lungo la schiena, in direzione trasversale, sopra il dorso della camicetta bianca; le ordinò di rimanere immobile senza lasciarlo mai cadere in terra. Hélène era tutta rossa in viso.
    “Questo è quello che meritavi per essere stata disubbidiente… adesso non ti muovere stupida, devi ancora essere punita per avermi detto una bugia…” la minacciò osservandola di lato, mentre la figliola stringeva i pugni per il dolore insopportabile, che le martoriava tutto il sedere.
    Che cos’altro ancora le poteva fare, dopo averla battuta con il battipanni e con le mutandine abbassate, in quel modo? La signora Dominique s’accorse che Bianca le aveva osservate di nascosto, ma non se la prese affatto con lei e passando le diede una carezza, dicendo qualcosa che la povera Hélène piegata sul tavolo, non poté comprendere; capì unicamente, che la sorellina l’aveva osservata ancora, mentre lei veniva punita per la seconda volta di fila, nel giro di pochi mesi.
    La signora Dominique fece rientro nel salone, aveva in mano una saponetta bianca prelevata dal bagno. Tolse il battipanni che era rimasto appoggiato lungo la schiena della figliola, e ordinò a quest’ultima di ...
    ... alzarsi, senza rivestirsi.
    Quando Hélène fu in piedi di fronte al tavolo, con le mutandine sempre scese attorno alle cosce e la gonna ancora tutta sollevata, la madre si rese conto per bene di come l’aveva ridotta; tuttavia, la punizione doveva essere completata, per cui la prese per un braccio trascinandola verso la parete in fondo al salone, accanto alla grande vetrina con i piatti d’argento. Lì le ordinò di mettersi ambedue le mani sopra alla testa, e di aprire la bocca.
    Le infilò la saponetta tra le labbra, sospingendola con insistenza, tra la sorpresa e la grottesca espressione della poveretta; le disse con tono di voce più ilare che severo: “Questa piccola bocca non dovrà più pronunciare alcuna bugia verso di me; guardami e promettimelo, stupida”.
    Nel frattempo, Hélène continuava a mostrare senza alcun riparo, il proprio lato posteriore alla sorellina: tutto sudato e rigonfio, completamente rosso e deformato; la gonna le era leggermente scesa senza però ricoprirlo se non da un lato, mentre le mutandine erano sempre ferme all’altezza delle cosce, lasciandola così immobile e triste nell’angolo in fondo alla sala. La saponetta che teneva in bocca aveva un sapore dolciastro, e le impediva di parlare e perfino di piagnucolare; la tenne così per più di mezz’ora in mezzo alle labbra.
    
    Decimo episodio
    
    Quel sabato, nella bellissima chiesa di san Giacomo si teneva il tradizionale saggio annuale, del coro di voci bianche; anche Edina volle venire a vederlo, mentre Maxime aveva ...
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