1. Diario di Hélène - Le ossessioni


    Data: 17/07/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club

    ... trascinati dal puro istinto, senza mai guardarsi in volto.
    La ragazzotta lo seguiva; ma quando fu giunta nei pressi del letto, vi montò docilmente sopra senza aspettarlo; era un invito fin troppo esplicito a rompere l’argine della paura.
    Bernard non sapeva come aprirle la cerniera della gonna; decise una volta ancora, di provare a sollevarla, scoprendole interamente le calze trasparenti, completamente strette intorno al sedere di lei; la larga mutandina scura lasciava la parte bassa dei glutei lievemente libera e scoperta.
    Hélène si volse di scatto, aveva ancora le scarpette nere addosso e si sentiva imbalsamata nella morsa delle sue calze; si sedette sul letto frettolosamente, invitando il suo ragazzo a sfilarsi di dosso la canottiera: capì in quell’istante, che anche egli alla pari di lei, si vergognava del proprio corpo.
    Liberata dalle proprie scarpette nere, Hélène s’era nel frattempo sfilata via le calze, rimanendo seduta sul letto con i capelli spettinati. Aprì la cerniera della gonna, e se la fece lentamente scivolare tutta quanta attorno ai fianchi larghi, sorridendogli in modo lievemente imbarazzato.
    Bernard le montò sopra piegandosi in ginocchio, a pochi centimetri da lei, e finalmente Hélène gli mise una mano dentro allo slip, sentendo il pene che era completamente chiuso e molle; non aveva alcun pudore nel farlo.
    Lo estrasse vedendolo penzolare, e poi prese lentamente a carezzarlo, nel tentativo di eccitarlo e di vincere la sua timidezza; Bernard le aveva ...
    ... al contempo liberato i morbidi seni bianchi, abbassandole le spalline, per poi stringerli nervosamente tra le proprie mani, senza alcuna grazia.
    “Cosa ti prende… non ti piace tanto” biascicò languidamente lei, mentre inutilmente ella lo carezzava con la mano.
    Non c’era verso di gonfiarlo, la grossa mutanda di Hélène era presto tornata al suo posto, nascondendo nuovamente il monte di Venere che ella aveva assai generosamente esposto: fu così che dopo poco più di venti minuti, la ragazzotta si ritrovò seduta sul bordo del letto, triste e delusa. Bernard le contemplava la schiena piegata, tacendo con i pugni chiusi, serrati dalla rabbia; sentiva che non era ancora finita.
    
    “Tirati di nuovo giù le mutande, voglio vederti ancora”.
    Hélène obbedì per l’ultima volta, inarcandosi in silenzio e liberando così, il proprio sederone gigantesco, bianco come il latte e completamente nudo; poi si risedette sui propri glutei senza fiatare, attendendo che quegli la fissasse di nuovo.
    
    “Come si chiama il ragazzo della festa? è stato gentile…”
    
    Il pene di Bernard era piccolo, ma questa volta ben saldo nella mano di lui che lo stringeva; Hélène non capiva più, se fosse opportuno o meno farlo, ma poi lo vide e realizzò che avrebbe dovuto sottostare nuovamente alla prova. Lentamente salì carponi sulle proprie ginocchia, e gattonando sul letto con tutto il corpo goffo e tremolante, lo sovrastò completamente; fino a sentirlo in basso, ben presente in mezzo alle cosce leggermente schiuse.
    Lo ...
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