Orgasmi ignobili per nobili o le radici di luigino, 2a parte
Data: 03/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: sexitraumer
... soffrire?”
“Provate e sentirete…anche prima ci speravo, e infatti avete scelto il culo…”
“Va bene, glielo metto dentro…”
“Allargatemi bene, prendetele stè natiche !”
Paolo Roscio anche stavolta le scostò le bianchissime natiche più volte, ed in base alle aperture dell’ano di lei avrebbe scelto l’angolo d’entrata più ottimale. Usò la mano sinistra per allargarle un po’ l’ano di lato usando pollice ed indice, e con la mano destra accompagnò la dura cappella presso lo stretto ingresso del muscolo sfinterico…tentò un’entrata un paio di volte, inginocchiato dietro di lei alla pecorina. La donna, sentendo quella cappella tra le natiche, rantolava avvertendone il solletico sottile.
“Ahnnnnnn…su Paolo, su ! Mettemelo dentro!”
“Portate pazienza, sto…sto provando…ecco !”
Paolo Roscio nel momento in cui vide allargarsi l’ano della larghezza giusta vi spinse la cappella dura con forza, e violò ancora una volta quella donna.
“HUHNNN…OHHH ! Ahn !...ohhhhh!”
“Sto dentro di nuovo Caterina!...inizio a spingere…preparatevi!”
“Son già pronta! AHN !...ohiiii…ahnnnn!...ohhhh.”
L’anziana donna conosceva ogni istante di quella sodomia, e mentre Paolo Roscio la violava analmente su sua richiesta, il pensiero le andò a quando a casa sua, in un lontano villaggio lombardo, viveva con sua madre e suo padre, due modestissimi contadini capaci di prender in affitto la terra, e autosostentarsi lavorando solidali tra di loro, leali nei rapporti civili con il piccolo ...
... comune, ben reputati dagli abitanti loro vicini. La sua infanzia fu serena, e serena avrebbe dovuto essere la sua adolescenza; sfortunatamente il padre Lorenzo verso i quarant’anni si ammalò di un male oscuro ed imprevedibile: iniziò perdendo la memoria dei gesti vecchi di qualche giorno, e di quelli che secondo le scadenze della sua vita avrebbe dovuto fare nell’ambito del duro lavoro, e della famiglia. Dimenticava, dimenticava, e faceva sempre le stesse domande, anche quando gli avevano appena risposto. Il cerusico disse di rassegnarsi: la demenza senile lo aveva colpito parecchio prima del normale…in breve tempo non gli fu più possibile tornare a casa da solo quando si allontanava fino alla piazzetta, dove, non riconosceva più i suoi amici; vagava, vagava, e per sua fortuna, chi lo conosceva lo riaccompagnava a casa dalla moglie Primizia, e dalla figlia Caterina, ormai quasi in età da marito avendo compiuto i quindici anni. Certo, in casa aiutava la madre già dai tredici, e non faceva colpi di testa, e si asteneva dal chiedere l’impossibile ai suoi genitori, poveri sì, ma non alla fame. Bravi amministratori del poco reddito disponibile. Sempre puntuale in chiesa, e alla confessione dal prete, e con la dovuta educazione e distanze usava relazionarsi con i ragazzi…tutto sembrava andar bene, poi quel male della memoria, e della demenza del povero padre. Un certo aiuto lo aveva fornito persino Bigio, un cane randagio incrocio tra un pastore tedesco, e chissà quale altro cane, che ...