1. Orgasmi ignobili per nobili o le radici di luigino, 2a parte


    Data: 03/03/2018, Categorie: Etero Autore: sexitraumer

    ... osava dirlo ad alta voce, masturbava la sua mente chiedendosi se Suor Caterina andava eliminata prima che parlasse con Don Giussetto di nuovo? O no? In realtà, da quando era tornata dal comune di Fivigliano, Bonaldo e Devota avevano preso delle precauzioni per impedire a Suor Caterina di uscire di nuovo dal palazzo; dentro di esso poteva muoversi, ma uscirne, certo no. Nel contempo il nuovo aiutante di Bonaldo, ormai marchese in pectore, era stato incaricato da questi di cercare di capire cosa sapesse la suora effettivamente, e cosa fosse andata a fare al comune vicino. Paolo per investigare decise di appartarsi con la suora lontano dalla diabolica coppia. Paolo disse alla donna una pietosa bugia: era riuscita nientemeno che a “guarirlo”, che era riuscita a fargli ritornare il desiderio per il corpo delle donne, e che gli sarebbe piaciuto andare di nuovo a letto con lei…le prese la mano e le disse:
    
    “Verreste con me nel fienile?”
    
    “Davvero Paolo, vorreste far congiunzione con me?”
    
    “Sì mia Caterina, vi trovo così desiderabile, come foste mia madre che mai conobbi…spogliatevi sorella…”
    
    “Mi chiamo Caterina, Paolo ! E non sono più una suora. Sono stata in paese, e ho chiesto consiglio al nuovo curato Don Giussetto…mi suggerì quest’oggi di prendere appuntamento con il vescovo per ottenere la dispensa dal nubilato, e convolare a giuste nozze. Ci vorrà un mesetto…affinché il vescovo mi riceva, e mi dispensi…sarò libera Paolo, vi rendete conto?”
    
    Il linguaggio del corpo, ...
    ... più precisamente del volto, tradì Paolo Roscio, quando ebbe conferma che con Don Giussetto ci aveva parlato la suora…
    
    “Quindi avete parlato con il curato nuovo?”
    
    “Sì, anche perché dovrà celebrare le nozze di Bonaldo e Devota, no ?!”
    
    “Oh, certo, certo…ma…io avrei aspettato…è appena arrivato…”
    
    “Arrivato chi…?”
    
    “…lo curato… lo curato nuovo, no?!”
    
    “Dite un po’ Paolo Roscio…”
    
    L’anziana donna s’era appena tolto il copricapo lasciandolo cadere con noncuranza a terra, e aveva appena liberato i propri lunghi capelli, ormai inevitabilmente bianchi e grigi. Coi capelli sciolti Suor Caterina sembrava diversa; anche un omosessuale non troppo interessato alle femmine come lui non poté non notare che quella donna da giovane avrebbe sedotto senz’altro.
    
    “Cosa ma…ma…madama ?”
    
    “Poc’anzi, pria di venir qui da voi ebbi a notare che lo porton d’accesso è stato chiuso a catenaccio, e l’uscita di servizio è stata chiusa con le assi di legno inchiodate…sapreste dirmi la ragione?”
    
    “Non saprei, io non sono stato.”
    
    Caterina adesso stava sbottonando l’abito da suora onde poterselo togliere; dopo l’ultimo bottone si aprì verso il collo, sollevò la parte inferiore rivoltandola parzialmente, e se lo tolse, restando con un’ampia mutandona intera, di cotone ingiallito.
    
    “Non ho detto siate stato voi, ma lo palazzo è isolato, e sortir non se ne puote…”
    
    “Mia signora, non so che dirvi…temeranno li ladri ch’entrerebbero…”
    
    “No, Paolo! Quivi non si son mai temuti troppo li ...
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