1. L' imprevisto


    Data: 04/03/2018, Categorie: Etero Autore: giadastefano

    ... sguardo per cercare il mio e in pochi istanti si sta togliendo la maglia, seguita rapidamente da pantaloni e mutande. Faccio per domandargli come mai tutta quella fretta quando cambia posizione: mi ritrovo la testa bloccata fra le sue cosce e la sua a baciarmi le gambe, lo stacco fra la stoffa delle calze e la pelle, la lingua a tracciare percorsi sul pizzo del perizoma. Mi tortura così per troppo tempo, stuzzicandomi senza andare mai a toccare le labbra, neanche per sbaglio. Finché si ferma. Mi rendo conto di essermi incantata sul suo tocco e di non aver ancora giocato con la sua erezione, così vicina al mio viso che mi basta estrarre di poco la lingua per poter sentire il sapore della sua pelle. Lo lecco così, lentamente e dalla base sino alla punta, finché non avverto la sua frustrazione. Lo prendo in mano, lo abbasso e, portando indietro la testa, me lo spingo in gola. Amo questa posizione: riesco a sentirlo arrivare sino in fondo a soffocarmi, e lui può muoversi dentro di me come se mi stesse fottendo la bocca. E così comincia a fare, lentamente, mentre io succhio con ingordigia, godendomi finalmente il suo tocco sulla mia parte più sensibile.
    
    Mi lecca prima da sopra la stoffa, allargando le labbra con due dita per mettere bene in mostra il clitoride sotto il pizzo nero. Gioca con la punta, un tocco diretto e rapido che mi provoca brividi di fastidio e piacere. Vorrei implorarlo di toccarmi di più, di strapparmi le mutandine e di leccarmi con forza, ma non posso, ...
    ... soffocata dalla sua erezione.
    
    Succhio con vigore, sperando di spingerlo a fare lo stesso, ma ciò che ottengo è un aumento dei suoi movimenti nella mia bocca e presto non respiro più, sento le lacrime salirmi agli occhi e i suoi gemiti e incitamenti.
    
    Si ferma all’improvviso, scostandomi con forza il perizoma e affondando la faccia dentro di me, soffocando a sua volta nei miei umori.
    
    Il mio gemito di piacere esce mitigato dal suo cazzo, ma non mi fermo e muovo la testa il più possibile per dargli piacere mentre lui fa lo stesso su di me con la lingua.
    
    Continua fino a portarmi al limite, provocandomi spasmi, ma si ferma prima che possa venire. Mi libera la bocca e si alza, ruotando per finire nuovamente fra le mie gambe, sfilandomi il perizoma, il cazzo in mano a strusciare contro di me.
    
    «Lo vuoi?»
    
    «Sì, ti prego», miagolo.
    
    «Dillo».
    
    «Voglio il tuo cazzo, ti prego. Non ce la faccio pi—AH!»
    
    Mi entra dentro con un unico colpo di bacino, sino in fondo, completamente, mozzandomi il fiato. Cerco di sollevarmi un poco e in tale modo riesco a farlo entrare ancora di più, per quanto possibile. Con una mano mi afferra per una coscia, mentre l’altra si porta in avanti, a reggersi sul finestrino. Ci guardiamo negli occhi mentre mi penetra, strappandomi gemiti e suppliche quando rallenta apposta per farmi ammattire.
    
    Senza alcun preavviso scende su di me, mi bacia appassionatamente e si ferma, immobile, non un centimetro di erezione fuori. Amo sentirlo così dentro, ...