L' imprevisto
Data: 04/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: giadastefano
... caldo ed eccitato, aspettando il momento in cui comincerà a scoparmi con forza.
Ma questa volta non fa così.
Esce da dentro di me e si tira su a sedere, appoggiandosi sui talloni. Mi sfila il vestito, lo butta a terra e mi lascia così, con indosso solo il reggicalze, le autoreggenti e i tacchi.
«Esci».
Sgrano gli occhi.
Ha uno sguardo che non ammette repliche e mentre mi parla continua a toccarsi.
Non ho un attimo di esitazione e rapidamente mi sfilo le scarpe e scendo, seguita da Stefano. Mi è subito accanto, la bocca a cercare la mia e le mani ad afferrarmi il sedere.
Si gela ma non mi importa. Mi inginocchio, la bocca subito a cercare il mio sapore sul suo cazzo, ma non mi permette di giocare a lungo.
Mi solleva tirandomi per i capelli e mi spinge in avanti, dal cofano.
Non c’è bisogno che mi dica cosa fare.
Si posiziona immediatamente fra le mie gambe non appena mi appoggio al metallo ancora tiepido. Le divarica al massimo, lasciando che mi metta supina, appoggiata sui gomiti per osservare i suoi movimenti.
Con due dita mi apre completamente, osservando la mia fighetta bollente i confronto al gelo che ci circonda. Vi sputa sopra. Mi afferro per le caviglie, mostrandomi a lui nel modo più osceno possibile, e la cosa gli piace.
«Lo vedi che sei proprio una troietta?»
«Cosa aspetti a trattarmi come tale?»
Prende la mia frase come una sfida e la poca distanza che ha mantenuto svanisce. Mi afferra per le cosce, mi fa scivolare verso di ...
... sé e mi entra dentro. Se poco prima poteva esserci un po’ di dolcezza adesso è scomparsa: mi scopa con forza, lo sento riempire ogni centimetro di me e sbattermi dentro con violenza come se volesse farmi male, ed è così, e lo imploro di farlo, urlandolo nel silenzio della campagna.
Sento il suo cazzo toccarmi un punto nascosto dentro di me e ciò che provo sono dolore e piacere immenso al tempo stesso, come se il mio corpo fosse confuso, anche se dalla mia bocca escono solo gemiti di piacere, risa e incitamenti perché mi scopi ancora e ancora e ancora, fino a che non mi ritrovo a pregarlo di riempirmi di sborra.
«Non ci pensare neanche. Non ho finito con te. Toccati».
Annuisco e subito mi ritrovo con le dita a stimolare il clitoride, ma sono così bagnata e i suoi movimenti così forti che mi viene difficile concentrarmi solo su di lui. Ma l’orgasmo mancato di poco prima e il suo cazzo mi portano presto di nuovo all’apice.
«Sto per venire», gemo senza fiato. Sento l’orgasmo montare, ma questa volta è diverso. Mi bagno completamente, gli umori cominciano a colarmi lungo le natiche e lo vado a bagnare completamente.
«Dio, ti eccita proprio farti scopare così».
Non voglio ancora venire, voglio continuare a sentire questo piacere sempre più vicino, ma sento un suono in lontananza e fa lo stesso anche lui, ma non si ferma, anzi.
«Sta arrivando un’auto dalla direzione opposta. Non dovrebbero notarci, a meno che non rallentino per vedere se siamo in difficoltà. Ti ...