1. Diario di Hélène - Melone rosso caldo


    Data: 21/01/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: Hélène Pérez Houllier, Fonte: RaccontiErotici-Club

    ... franava lentamente; “…proprio come il cavallo… botte, e poi dentro!”.
    La ragazzotta non avrebbe voluto, non avrebbe nemmeno potuto immaginarlo, di poter finire ridotta in quel modo, definitivamente vinta; lo stalliere la provocava di continuo, offendendola e trascinandola in fondo al baratro: ma obbedì montando a cavalcioni sopra di lui, mentre quegli con due mani continuava a tenersi nascosto il membro. Gli fu sopra, e lui le ripose giù la gonna in modo che il sederone di lei, mollo e ancora scosso, risultasse ora ben nascosto agli sguardi.
    Lo cinse attorno ai fianchi, ed Hélène sentì a quel punto la massa di quell’oggetto così viscido e nodoso, muoversi oltraggiosamente sotto il suo addome; era da più di mezz’ora che lei era umida fradicia, non era affatto riuscita a contenersi: a quel punto lo stalliere infilò la mano destra sotto alla gonna, potendo constatare bene, che non servivano preliminari. “Allora sei una birichina… una grossa maiala…”.
    “… botte, e poi dentro!”. “Ooooooooo…”.
    Era stata penetrata in modo perentorio e deciso; iniziò a muoversi lentamente, dapprima tenendosi le mani sulle ginocchia; poi prese invece a rimbalzare dolcemente, poggiandole sopra le spalle di lui, avvolte nella maglietta grigia. Gli si era completamente consegnata senza parlare.
    I suoi movimenti visti da dietro e da lontano, erano inequivocabili; Hélène si stava facendo scopare su una panchina in mezzo al parco, da un volgare ragazzo di campagna: qualcosa di cui avrebbe dovuto ...
    ... vergognarsi.
    Ma era stata trascinata e dominata, senza nessuna possibilità di evitarlo; mentre cavalcava il suo stalliere, la ragazzotta aveva preso a sudare sotto il suo vestitino bianco a fiori; le piaceva, eccome se le piaceva, venire presa in quel modo.
    “… botte, e poi dentro!”. “Ooooooooo…”.
    “… botte, e poi dentro!”. “Ooooooooo… ooo”.
    
    Settimo episodio
    
    Ecco quello che stava per accaderle.
    Bianca si sentì trasportata indietro, non capiva perché era finita così anche stavolta, ma era scellerata ed ingenua.
    Abbandonarono la spiaggia, camminando in modo svagato e lento lungo il faticoso tragitto percorso all’andata. Nadine e Stavros se ne stavano sempre abbracciati, ammiccando e scherzando; Chloe li seguiva con la sua culotte bianca ed i suoi sandali in legno, che facevano un discreto rumore lungo tutta la via; mentre la terza ninfetta, tenendosi una mano aperta sulla sua gonnellina a scacchi per non farsela sollevare dal vento, continuava a fissare il proprio telefonino.
    La batteria si stava già esaurendo dopo un’intera giornata trascorsa a scattare fotografie. Bianca non aveva voluto richiamare sua madre, per non consumarne ulteriormente il resto; le aveva solo scritto un messaggio tranquillizzandola, senza che però venisse tuttavia letto: nel frattempo erano già arrivate le sei del pomeriggio, il sole non era più così caldo.
    “Vi porto in autobus ad Alimo, lì vive mia madre, ed è un posto bellissimo” disse Stavros a Nadine e Chloe, una volta giunti presso il porto da ...
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