Diario di Hélène - Melone rosso caldo
Data: 21/01/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: Hélène Pérez Houllier, Fonte: RaccontiErotici-Club
... porta.
“…oo …ooooh”.
Adesso la bambolina Nadine arrancava con degli urletti più acuti ed intensi; sembrava un incedere inesorabile e lento, uno sforzo incontenibile per non cedere definitivamente allo sprofondo del piacere. Le due ragazzine non immaginavano nemmeno, che ella avesse già potuto perdere la verginità in passato; Chloe da parte sua, non lo aveva ancora fatto.
“Devo …andare in bagno…” sussurrò quest’ultima a Bianca, in modo stranamente ed incomprensibilmente imbarazzato; e traballando vistosamente, ella si spostò ancheggiando attraverso tutto il pertugio. Trovò il bagno con un po’ di difficoltà, al piano di sotto; si chiuse subito la porta alle spalle, prendendo di mira la sua culotte, in modo scomposto.
Nadine e Chloe erano separate dal soppalco, una sopra l’altra; mentre entrambe in maniere del tutto differenti, sprofondavano lentamente senza possibilità di salvezza.
Erano passate le sette e mezza di sera, quando Chloe fermando tardivamente la sua mano impazzita, bloccata ed incaprettata sulla tazza, veniva impetuosamente giù; la culotte discesa sui sandali in legno, e le mutandine azzurre strette attorno alle caviglie, erano tutto ciò che la vestiva.
“Ooooooo…”.
Bianca non poteva immaginarlo, che nemmeno l’altra sua compagna di viaggio, avesse saputo resistere alla follia; lei era invece sempre immobile, ferma ad ascoltare il tonfo di quegli strani colpi lungo la parete, senza muovere un dito: i sospiri incessanti di Nadine, le ricordavano ora il verso ...
... delle giocatrici di tennis, quando colpiscono la pallina.
“Uh! …ooooo! …uh…”.
Improvvisamente, un vagito intenso e gutturale, completamente differente dagli altri, seguìto dal ripetuto sbatacchiare della cintura su tutto il pavimento, fecero intendere alla scellerata Bianca, che era giunto il momento di allontanarsi di fretta; aveva paura di venire scoperta. Stavros aveva appena completato la sua opera, dopo un lunghissimo e dedito lavorìo ai fianchi, regalando a Nadine uno degli amplessi più belli di tutta quanta la sua giovanissima vita.
Anche Chloe era salita di nuovo sulle scale, fermandosi leggermente più indietro, ma continuando ad ascoltare gli imbarazzanti vagiti della loro amica. Era vistosamente scossa da ciò che aveva combinato poco prima, seduta sulla tazza: un poco se ne vergognava, non era certo abituata a chiudersi nel bagno nelle case altrui; vi era caduta vergognosamente.
“Ooooooo…”.
Discesero lente al piano di sotto senza parlare; sapevano entrambe che quel gioco aveva tracimato oltre ogni limite ragionevole, e adesso non avevano nemmeno il coraggio di guardarsi. Fuori dalla finestra, il sole era divenuto torbido e la luce rossastra in mezzo al salone polveroso, preludeva indubbiamente al tramonto; accesero la luce di una piantana nei pressi della libreria e Bianca riprese il proprio telefono.
“Per quale diavolo di ragione non mi rispondi”; questa volta Bianca aveva richiamato sua madre. Anche Chloe, seduta dall’altro lato del salone, dovette intuire ...