1. Le ripetizioni di matematica di Sara


    Data: 06/03/2018, Categorie: Incesti Autore: vincenzovitobello6@gmail.com, Fonte: EroticiRacconti

    ... non tutto le era chiaro. Eppure, non se ne era accorta, non aveva fatto domande come al solito. I giorni successivi la incontro quasi sempre, una volta seduta sulle scale, una in giardino, e un paio di volte a casa mia, dove era venuta a chiacchierare con mia figlia, la cugina. Quando sono tornato dal lavoro stava già per andar via per cui ci siamo visti poco. In tutti questi casi, l’ho vista un po’ imbarazzata, oppure nervosa, come quando non ha concluso gli esercizi. E, come al solito, era seduta con le gambe aperte, come se questo imbarazzo o nervosismo che fosse non le abbia fatto comunque cambiare abitudine. Aspetto con ansia il giovedì successivo. Suona alla porta invece di usare le chiavi, lo trovo strano, qualche minuto in anticipo rispetto all’orario concordato. Le dico di aspettarmi nello studio mentre finisco una telefonata. La guardo mentre cammina, la trovo molto bella nella sua semplicità. La raggiungo nello studio, la trovo già con i libri aperti, che si sta organizzando lo studio, seduta male come al solito, verso il bordo della sedia e con le gambe un po’ divaricate. Le dico che c’è un problema con gli esercizi, lei mostra lo stesso nervosismo o imbarazzo che ha già mostrato nei giorni scorsi. Le chiedo: “Cosa c’è che non va, Sara, ti vedo nervosa, con difficoltà a concentrarti.” Lei mi dice che è un po’ preoccupata, che si sente in ansia, l’avvicinarsi della fine dell’anno la fa stare nervosa e dorme male. “Da quanto non ti strusci?”, le chiedo, e ...
    ... aggiungo, “è una cosa che fa rilassare”. Lei arrossisce, mi guarda, si blocca. “Da un po’”, risponde, abbassando lo sguardo, sempre con le gambe divaricate, che le si vede tutto. “Ti lascio la privacy”, le dico. “Può aiutarti a studiare. Vado in cucina a preparare un te’ e ti lascio sola, quando sei pronta per studiare, vieni a chiamarmi”, e mentre passo accanto a lei le accarezzo i capelli sulla spalla. Lei mi guarda un attimo con gli occhi che mi sembrano dolci, e abbassa di nuovo lo sguardo. Dopo qualche minuto viene in cucina, avevo tolto da poco la bustina del tè e lo stavo bevendo. E’ rossa in viso. “Ne vuoi?”, mi risponde di no. “Andiamo, allora”, le dico, prendendo la tazza da portare con me. La vedo imbarazzata ma meno tesa di prima. “Non mi sento normale”, mi dice. “E’ normalissimo”, le rispondo. E’ qualcosa che facciamo tutti, sia crescendo, sia quando siamo grandi. “Zio”, mi dice, abbassando gli occhi, “non lo dirai a mamma?” E io, “no, tranquilla, tesoro”, le rispondo, accarezzandole di nuovo i capelli. Quel giorno filò tutto liscio. I giorni successivi, quando ci incontravamo, mi guardava imbarazzata ma complice, con serenità sul viso. Aspetto con molta ansia e desiderio il giovedì’ successivo. Entra a casa, e si prepara nello studio, senza neanche disturbarmi. Dalla mia camera sento il rumore della porta chiudersi, e capisco che Sara era arrivata. La trovo già pronta, già che studiava. Le faccio i complimenti che sta dimostrando di essere brava e di impegnarsi. Mi ...