1. Grazie, mio caro.


    Data: 16/08/2017, Categorie: Trans Autore: orchidea_nera, Fonte: Annunci69

    ... buchino fino allo sfinimento e poi mi facevo impalare sempre più furiosamente. Lui mi assecondava.
    
    Lui provava a farmi discorsi che somigliavano a proposte di matrimonio. Ovviamente eravamo in epoca molto lontana dalla legge Cirinnà, per cui, in effetti, parlava di convivenza, di come avrebbe voluto tutelare il mio avvenire. Io sorda a questi discorsi, gli tappavo sempre la bocca con mille baci.
    
    “Cosa ci manca?”- dicevo –“Ci vogliamo bene? Si? Allora abbiamo tutto.”
    
    Una mattina, come al solito, verso mezzogiorno mi recai da lui. Lo trovai sprofondato sulla poltrona, con un pallore cadaverico e si lamentava. Mi avvicinai di corsa.
    
    “Che hai, tesoro? I soliti dolori alla gamba?”
    
    “No, è un dolore sordo, un’oppressione al petto che mi tormenta da quando mi sono alzato.”
    
    “Hai chiamato il medico?”
    
    “La segretaria mi ha risposto che il dottore verrà a visitarmi stasera dopo l’ambulatorio.”
    
    Ero giovane e inesperta però, anni prima, un mio zio aveva avuto un attacco di angina e i sintomi iniziali erano proprio quelli.
    
    “No” – gli dissi – “Io ti porto subito al pronto soccorso, non si scherza con queste cose.”
    
    “D’accordo. Ma prima prendi quella busta che c’è sul tavolo ci sono cinque milioni per te. In casa non mi trovo altro.”
    
    “Lo sai che non voglio soldi da te…”
    
    “No, ascoltami. So come vanno certe cose. Sul tavolo c’è pure il numero di telefono di mio figlio e dovrai avvertirlo. Da quel momento, certamente, prenderà lui le redini in mano di tutto e ...
    ... io non riuscirò a disporre neppure di mille lire. Questa somma considerala la mia eredità. Non dovrai spenderli ora ma solo quando troverai l’uomo della tua vita. Ti aiuteranno a mettere su casa. Questa è la mia volontà e ti prego di rispettarla. Me lo prometti?”
    
    Che dovevo fare? Risposi di si. In effetti rispettai quella che si rivelò la sua ultima volontà.
    
    In ospedale gli diagnosticarono un infarto e lo ricoverarono d’urgenza per operarlo. Giunsero il figlio e la nuora mentre lo portavano in sala operatoria. Io rimasi a parlare con loro mostrandomi affettuosa e premurosa. Poi il figlio dell’avvocato, con una scusa, si allontanò e restai sola con la nuora.
    
    Il medico ci aveva informati che, dopo il post operatorio, dove non era ammessa la presenza di estranei, lo avrebbero dimesso per andare in un centro riabilitativo. Io, allora, parlando con la nuora, promisi che sarei andata tutti i giorni a trovare l’avvocato e provvedere ai suoi bisogni.
    
    La nuora, acida e risoluta: “Non occorre. Anzi io e mio marito pensiamo che lei abbia fatto anche troppo per l’avvocato. Ci faccia una cortesia: stia alla larga, la sua presenza non ci è gradita.”
    
    Mortificata, andai via. Seppi poi, informandomi di nascosto, che l’intervento era andato bene e seppi che, dopo la riabilitazione, l’avvocato era andato a vivere dal figlio a Parma. Che potevo fare? Non lo cercai più, mi rassegnai e lasciai che la mia vita continuasse.
    
    Non mi ero mai innamorata veramente dell’avvocato ma gli ...
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