1. Il girone della m - atto quinto - "io.volevo.vivere"


    Data: 08/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL

    ... certosina che ci metteva a fare qualunque cosa. La gola mi bruciava e così decisi di prendere ancora un altro po’ d’acqua.
    
    Soffrivo. No, non poteva essere cosi.. Mi feci forza e così mi avvicinai a lui, di schiena, per coglierlo di sorpresa in un abbraccio. “Abbracciami amore mio, abbracciami” pigolai smorendo dietro di lui e supplichevolmente gli gettai le braccia attorno al collo. Egli si voltò quasi con lentezza ,divincolandosi, piegandosi e torcendosi. “Dai ma cosa fai” e si voltò.
    
    Capii che la mia implorazione fu vana e allora discesi inginocchiandomi e abbracciandogli la vita, posavo la guancia sul suo bastone moscio ripiegato sul fianco destro. Poi alzai lo sguardo e prostrato presi a recitare la mia cantilena, invocando un bacio, solo un bacio, cosa vuoi che sia solo un bacio.
    
    Lo vidi osservarmi con occhi dolci. Poi quegli occhi presero a scrutarmi con freddezza mentre compiaciuti registravano le movenze supplichevoli della mia mortificazione. Di fronte alla sua inerzia mi aggrappai all’elastico della sua tuta e delle sue mutande e presi a cercare voracemente quella sua minchia per consolarmi di un bacio mancato. Io riuscii per un istante ad afferrare con la bocca la sua nerchia.
    
    “Cazzo fai”. Richy puntò le sue dita contro le mie spalle allontanandomi. “Cazzo fai che mi mi infetti l’epatite” ed esplose in una fragorosa risata. Corse nel cesso a lavarsi l’uccello. Io lo guardai interdetto. “Tommy ha l’epatite? Tu hai lasciato che mi pisciasse in ...
    ... bocca??’”
    
    Lo raggiunsi nel cesso mentr’egli stava asciugandosi il pisello con l’asciugamani. “Dimmi, guardami in faccia, Tommy ha l’epatite? Come hai potuto lasciare che gli facessi il bidet sapendo che fosse malato di epatite, rispondimi” gli urlai quasi mentre lui si guardava sorridendo allo specchio. “Guardami perdio” e con la mano feci che voltargli il volto su di me.
    
    Il collo mi si serrò. Sentii la stretta malvagia e mortale al mio collo. Fu un atto furtivo che mi chiuse del tutto l’aria nei polmoni. Fece che agitarmi il collo dimenandomi come una gallina. “Non toccarmi mai più in questo modo” e mi scaraventò contro l’armadio di metallo che vacillò paurosamente. Scoppiai in lacrime.
    
    “Stavo scherzano” mi disse, ma io non smisi di singhiozzare. Scivolai in ginocchio con le mani giunte sul mio viso. “Eri tu che mi dicevi che volevi essere seppellito in una cloaca?, eri tu che mi dicevi che per amore saresti morto per me sotto una coltre di merda? O forse dicevi queste cose per tua idiozia, dì la verità sei o non sei un bugiardo?” Io pigolai un “No”.
    
    Tra i singhiozzi udii la sua voce calma,“apri la bocca”. Rimasi singhiozzando con gli occhi chiusi e nella bocca prese a ribollire la sua schiuma. Udii il suono che emette il cavo orale al suo riempirsi. L’urina sua maledetta raggiunse i bordi delle labbra. Interruppe il getto ed udii lo scoppiettare di quelle bollicine nella mia bocca. “Manda giù da bravo…. Bravo, ora ringraziami”..Mormorai un grazie.
    
    Mi sollevò con amore e ...
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