Il girone della m - atto quinto - "io.volevo.vivere"
Data: 08/03/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL
... aprii i miei occhi. Con i pollici asciugò le mie lacrime. Poi vidi il suo sguardo rivolgersi in basso attento a ripulire l’uretra con la carta igienica, che poi infilò nella mia bocca. “Sii forte ora, dimostrami che sei un uomo. Oggi è il tuo compleanno e io sto per farti il regalo che hai sempre sognato. Prendi, questi sono i soldi. Va giù in paese e compera 45 mascherine, perché non tutti gradiranno il puzzo che farai. Sciacquati la faccia e esci”. Annuii mestamente con la carta igienica rivolta nella bocca.
Sciacquai la mia bocca e nello specchio vidi il mio volto lucido e gli occhi lucenti di lacrime. Lavai il viso e la bocca. Presi il danaro ed uscii di casa, senza un saluto. Fuori pioveva a dirotto e riempii i polmoni di fresco profumo di felci e betulle. “Merda” udii dietro di me, “Non si saluta eh, merda”. Mi voltai e lo vidi alla finestra sorridente con quella sua aria di derisione. Non gli risposi.
Imboccai il viottolo che porta fuori dalla tenuta. Imboccai il viale di odorosi tigli. Nella pancia ribolliva l’urina. Mi incamminai senza ombrello sotto le chiome grondanti di quegli alberi orgogliosi e mi diressi respirando forte col naso fin verso la strada che conduce in paese. Camminai sul ciglio della strada mentre alla mia destra si alzavano le irte pareti di quelle colline lussureggianti.
Ero animato da un sentimento di rabbia, sconosciuto per me fino ad allora. Forse una parte di me stava affrancandosi da quell’oblio. Ma sotto la pioggia battente, ...
... sotto gli alberi grandiosi di quella valle ombrosa, sotto quelle nubi in rincorsa e cariche di acqua, io sentii d’un tratto la mia anima più leggera. L’anima nostra talvolta richiede ossigeno per uscire dal gorgo di un inferno.
Raggiunsi il ponte sul torrente rabbioso, lo varcai e costeggiai il vecchio cimitero in pietra prendendo la strada sterrata che abbrevia di non poco la rotta per il paese. Sotto i muri di quel cimitero, anni prima io amoreggiai con ardore col mio Riky. Lo amavo da impazzire e giocando rincorrendoci di notte tra i tumuli dopo aver fatto l’amore, mi chiese di infilarmi in uno di questi.
Io rimasi interdetto ma col cuore accecato non esitai a farlo. Mi infilai nel tumulo di una colombaia, nel ventre profondo della notte, ed egli mi chiese se sarei morto per lui. Gli risposi di si. Ed egli eccitato prese a masturbarsi dicendo sconcezze, sborrò quando nel suo vaniloquio prese a riferire che sarebbe stato bello se per lui mi fossi lasciato seppellire vivo, che egli avrebbe goduto nel vedere gli operai chiudermi per sempre elevando un muro di malta e mattoni a chiusura del tumulo.
Inquietanti sono le avvisaglie proferite dai deviati. Non vi feci caso più di tanto. E’ l’errore capitale degli sprovveduti. Anzi, nell’atto sessuale presi ad accomodare la sua fantasia mettendoci del mio. Che per lui avrei giaciuto in un sarcofago pieno del suo sterco e del suo piscio, che avrei autorizzato il mio lui a fare scempio di me. Che per lui avrei giaciuto in una ...