1. Il ragazzo più fortunato del mondo (prima parte)


    Data: 18/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Gay De Maupassant

    ... realtà.- E mi bagnai per la seconda volta. -Piacere, Federico.- Mi disse, stringendomi la mano. -Piacere, David.- E qui non resistetti: -Ma forse è un nome che si addice più a te.- -Eh eh, ti ringrazio. Senti, ti va se ci alleniamo insieme? Vengo sempre da solo, mi farebbe piacere un po’ di compagnia.- -Magari! Mi aiuterai a mettermi in forma come te?- -Oh, no. Ti prego, non ci pensare nemmeno.- -No, perché?- -Non mi sono mai piaciuti i ragazzi troppo muscolosi.- -Ah… e… come ti piacciono?- -Femminili… molto femminili.- -Ah... ok.- Risposi con la vocina più fine e da frocetto di cui fossi capace. -E a te?- -Muscolosi vanno benissimo!- -Ah, sì?- Chiese con fare suadente. -Sì…- Risposi io col filo di voce che mi rimaneva. -E non ti va di toccarmi?- Sarò onesto: non avrei mai voluto che la mia prima volta andasse così. Quello davanti a me era chiaramente un divoratore di uomini ed ero certo che mi avrebbe risputato una volta soddisfatto dell’assaggio, mentre io immaginavo un lungo corteggiamento e cene a lume di candela. Ma come resistere a uno così? Spinto da un desiderio che a stento riuscivo a controllare, gli passai l’indice nell’incavo tra il petto e gli addominali, mentre sentivo i freni inibitori che cominciavano a cedere. -Palpa, cuccioletto, cosa fai con il ditino? Palpa i miei muscoloni.- E, così dicendo, afferrò la mia mano per portarsela al petto. Non avevo mai toccato nulla del genere. granito puro. –Mi sa che a qualcuno piace fare la parte del maschione, eh?- -No, ...
    ... no; io non faccio la parte. Io SONO il tuo maschione.- Rispose e, afferratomi il culetto con una mano, mi spostò di peso fino a portare le mie labbra alle sue. Le nostre lingue presero ad accoppiarsi in modo osceno e persino in quello riuscì a farmi sentire la femminuccia che, piangendo la notte, avevo sempre sognato di diventare. La sua lingua entrava nella mia bocca con pennellate forti, sicure, eppure mai troppo invadenti, sconvolgendo il mio palato. Tentai di fare lo stesso per non mostrarmi da meno, come per l’ansia di aver qualcosa da dimostrare, come se non mi sentissi all’altezza di lui e in effetti qualcosa non andava. Provò per un po’ a lasciarmi fare, ma la cosa non mi veniva spontanea e, questo, i nostri corpi lo capirono prima del pensiero. Federico, quasi senza accorgersene, fece la cosa che gli veniva più naturale e riprese l’iniziativa, facendomi perdere a poco a poco in quella breve follia, penetrando a fondo nella mia bocca. Così la mia lingua rimase in totale balia della sua e il giovane Adone me l’avvolse e la carezzò con tale forza e dolcezza che chiusi gli occhi, vinto da un raptus di godimento tale che non pensavo fosse possibile provare in questa vita ed io mi arresi a quel sogno che stentavo a credere realtà. Intanto Federico premeva il mio corpo con forza contro il suo, e le mie forme, tanto più morbide di quelle che le stringevano, erano indifese davanti alle curve sensuali dei suoi muscoli. Il mio uccellino era premuto contro la sua coscia di marmo ...
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