1. Odette, oui je suis putaine. -9a parte (messer verduzio, tino, e donna rosina che canticchiando...)


    Data: 19/03/2018, Categorie: Etero Autore: sexitraumer

    ... rilascio che veniva seguito da un altro affondo…aveva le lacrime agli occhi per l’intensità di quelle miste sensazioni di male e godimento…oramai minuto dopo minuto sembrava proprio che stesse soffrendo, pentendosi nei recessi della sua mente di aver chiesto a lui quel secondo peccaminosissimo amplesso; fortunatamente il sesso è anche emotività e respiro: il suo stress emotivo e carnale provocò in messer Verduzio all’improvviso, senza che lui stesso se ne avvedesse la seconda sparata, con le mani di lui sulle natiche di lei; il cazzo era stato ormai ingoiato tutto quando le aveva innaffiato le intimità del suo colon…
    
    “Ahnn ! Ecco ! Ahnnnn ! Ecco prendila tutta dentro…fino in fondoooohhhh !”
    
    “Hooooohhhhhh, ahnnn ! Hooooohhhhh, oui…encore…encore…ohhhhhh !”
    
    Tolse il cazzo, e la ragazza stavolta si recò in giardino, e messasi nella posizione della cacca attese che l’ano tornasse a funzionare espellendo un po’ di tutto, ma certo non lo sperma di lui che era stato emesso troppo addentro…poi vuotò la vescica in modo che tutto andasse verso la fossa; In giardino notò la ragazza c’era anche un catino, la cui acqua sperabilmente era stata riscaldata dal sole di mezzodì; la usò per lavarsi la fica, il seno e per ultimo l’ano che le stava bruciando ancora per il forzoso amplesso senza troppa preparazione. Adesso le difese emotive di entrambi erano più basse del solito, e questo ritenne lei avrebbe potuto aiutarla nella richiesta che intendeva fare all’agente segreto di ...
    ... Solimano, di servizio stanziale in Otranto…anche lui si lavò poi tornarono entrambi a passeggiare verso il lungo mare, e lievemente stancati dal sesso e dalla camminata, fermatisi presso una panchina, parlarono; non usavano l’italiano, né il francese di lei, dato che Verduzio non lo conosceva; adesso era il momento di usare la lingua “di servizio” dato che nessuno avrebbe potuto udirli essendo pressoché soli. Il tono non era più da lussuriosi, ma da persone educate…
    
    Parlarono liberamente in turco:
    
    >-“Posso chiederti, donna, quale sia la natura della tua missione qui ?”
    
    >-“È riservata mio signore !”
    
    >-“Ti manda il nostro Sovrano ?”
    
    >-“No, mio signore: la mia missione è stata richiesta dalla Marina del Sovrano, e mi è stata assegnata da...”
    
    >-“Non voglio saperlo ! Mi basta la Marina ! E cosa ti serve nell’immediato, donna ?”
    
    >-“Cinquanta libbre di polvere da sparo in un barile di chiodi e ferracci vari, meglio se a punta !”
    
    Messer Verduzio per un attimo rimase di sasso, poi pensò di approfondire, data l’insolita richiesta per il tempo di pace.
    
    >-“Soltanto ? In verità non chiedi poco ! Puoi dirmi di più ?!”
    
    >-“No, mio signore ! Ne andrebbe della mia missione…”
    
    >-“Ma di solito gli agenti del Sovrano non mi fanno richieste di questo tipo !”
    
    >-“Io sì, come vedi…”
    
    >-“Siamo in pace con l’impero cristiano, e da quel che mi dicono i miei contatti il Sovrano vuole che niente turbi questa pace. La tua richiesta, temo, la turberebbe…”
    
    >-“Non vuoi o, non ...
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