1. Confessioni di una mente perversa. -1a parte


    Data: 26/03/2018, Categorie: Etero Autore: sexitraumer

    ... !”
    
    “Sì…pciù…pciù !”
    
    “Basta baci ! A tutta lingua, porco! …Via !”
    
    Con una mano tenevo la camicetta sgualcita alzata sopra l’ombelico che copriva al massimo il mio monte di venere; con l’altra mi sditalinavo, e massaggiavo le mie carni della vulva fermandomi solo per dare a lui 30 secondi circa di leccata frenetica. Il mio Fede muoveva la lingua velocissimamente…poi si fermava, e facevo roteare il dito in un massaggio frenetico…poi lui eseguì l’ultimo mezzo minuto di leccata vicino il mio clito, e aspettò a bocca aperta dopo essersi fermato: godetti di lingua, e auto massaggio, e squirtai col mio meato due spari trasparenti contro il suo viso. Poi gli presi il suo volto sudato, e lo poggiai egoisticamente due minuti sulla mia fica finalmente soddisfatta che si raffreddava sporcandolo tutto. A lui, mi ero accorta, piaceva bagnarsi di me in goduria…
    
    Passò un tempo indefinito in cui restammo congiunti vulva-faccia, poi il mio smartphone suonò.
    
    “Drinnnnn. Dran…drinnnn…”
    
    “Clic !”
    
    “Tranquillo era solo l’organizer ! Mancano dieci minuti. Alzati Fede !”
    
    Il mio studente-amante si alzò, e lo baciai fremente in bocca con la lingua un minuto buono, poi dopo aver mescolato le nostre ondate di saliva, mi staccai, e gli dissi sussurrando:
    
    “Adesso in corridoio c’è gente. Esci dalla finestra. Siamo sul rialzato. Dà direttamente sul campetto da basket…”
    
    “E se mi vedono ?”
    
    “Ti eri nascosto a fumare uno spinello….dai, vai via !”
    
    “Ma tu vai così al consiglio ...
    ... ?”
    
    “No. Passo nel bagno delle professoresse, che devo darmi una ripulita, e finire di pisciare…forse ho otto minuti…ciao !”
    
    Si chinò a leccarmi la fica dieci secondi, per salutare anche lei, poi mi voltai allontanandomi e recuperando la gonna che reindossai freneticamente; diedi uno sguardo rapido, recuperai la borsetta e vidi che non stavo lasciando niente, e aperta la porta con cautela, potei vedere che non c’era nessuno in corridoio. La chiusi rapidamente dietro di me senza voltarmi, non permettendogli di uscire da quella porta assieme a me; in fondo era la sala di ricevimento dei professori. Il mio studente-amante dovette uscire dalla finestra che dava sul campetto sopraelevato di basket. La scusa gliel’avevo suggerita io, ed era plausibile. Quando arrivai al bagno riservato a noi insegnanti, mi venne in mente che avevamo sporcato il pavimento con piccole macchiette di sperma durante le nostre eiaculazioni, ma era troppo tardi, e non volli tornare indietro a ripulire…poi dentro il bagno scoprii che ero ancora tesa: mi rimasturbai a dito due minuti…
    
    “…ohhhhh…uhmmmm, uhmmmm…ahn ! Ahn ! Ahn !...Hohhhhh !”
    
    … quindi finalmente calmata la mia fica, e vuotata la vescica, mi ricomposi camicetta di seta e tailleur, e mi recai nella sala del consiglio; erano tutti seduti davanti ad un tavolo rettangolare lungo. A capo c’era il signor Preside, professor Edgardo Maria De Altis, malgrado il cognome un ometto abbastanza basso ed anziano. Poi c’era la mia collega di matematica ...
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