Confessioni di una mente perversa. -1a parte
Data: 26/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: sexitraumer
... una sua eco per struttura, e che quei passi potessero essere in realtà anche lontani…
“Va bene figona prof ! Va bene…t’inculerò piano…”
“Il tuo cazzo lascialo fare ! Con la voce devi fare piano, con la voce…attento ! Può esserci qualcuno dietro la porta, sai…”
“Che vada affanculo ! Basta che non entra proprio adesso…allarga un po’ le gambe…dai, un po’…”
“Hoohhh, così ti va bene?...ohhh…”
Dopo un paio di minuti di struscio del suo cazzo tra le mie natiche, e delle prove d’appoggio della cappella in indurimento direttamente sulla superficie striata del mio ano, era questione di una decina di secondi, e avrei sentito la dolorosa trafittura d’entrata. Il cazzo del mio giovanissimo amantino stava bussando al mio ano, cercando di prolungare ogni carezza che faceva con la cappella alla mia pelle. Voltandomi un attimino sentii una fitta al collo – solo il torcicollo ci mancava, cazzo ! - dovetti riportare la testa in avanti, e poggiarla di nuovo sulla fòrmica, notando solo in quel momento che l’avevo bagnata col sudore, per cui gli sussurrai infoiata, e decisa:
“Fede, insomma ! O Entri, o mi volto, e ti prendo a calci nelle palle !”
Io ero già bagnata, e sporca lì nel mio sesso, mentre il mio Fede era ancora caldo ed asciutto cominciavo ad irritarmi: cosa avrei dato per un tergifregna, per una lingua maschile o femminile che me la ripulisse un po’ a saliva. Mi colse un pensiero da porca bagascia senza limiti: lì sotto, fra le mie cosce bagnate non avevo mai ...
... desiderato così tanto la presenza del mio “secondo amante” casalingo, pronto a ripulirmi la vulva sporca a debita distanza dal cazzone del mio Fede !
“Sono pronto prof ! Un attimo, sei così bella vellutata, e calda lì dove sto ora…gnaaaammmmhhh !”
“Mi chiamo Leda, piccolo imbecille ! E sto perdendo la pazienza ! Basta morsi…continua di lingua che sto carburando…forse c’è già qualcuno in corridoio…non senti dei passi ?”
“Pit, pat…pit, pat…pit, pat…”
Ancora quel rumore di passi…ma il mio Fede sembrava non accorgersene…
“…uhmmm no, perché ?”
“Non ti fermare ! Scopa !...ahnn ! M’era parso…o mi hai …uhmmmm…eccitata talmente tanto che ho le allucinazioni acustiche…dai Fede…sono pronta. Aprimi !”
I suoi morsetti sul mio collo mi avevano infuocato le orecchie. Sentivo caldo, ed ero tesa. Federico, che io chiamavo Fede, era uno studente della scuola dove avevo preso servizio; bulletto nella vita, ma non a scuola, dove anzi difendeva, senza paura di prenderle, i suoi compagni più deboli ed esposti ad esempio alla “festa del primino”; non ho mai saputo se il suo coraggio era incoscienza, o gusto per l’adrenalina. La prima volta che lo conobbi ero appena giunta nell’istituto per una serie di lunghe supplenze, dato che dovevo sostituire due insegnanti di ruolo: una incinta al IV mese in seconda B, ed un’altra in terza C, suo malgrado malata di tumore in convalescenza dalla chemioterapia…la professoressa Benedetta T. di matematica e fisica aveva insistito per conoscermi, e, ...