1. Solo noi


    Data: 27/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: FinnTanner

    Il sole di fine settembre era ancora rovente, in cielo non c’era una nuvola e l’aria calda si sollevava tremolante dal suolo rendendo tutto sfocato. Il vetro della finestra chiusa accanto al mio banco trasmetteva il calore dall’esterno e l’aria condizionata faticava a mantenere una temperatura accettabile dentro l’aula. Nessuno dei miei compagni di classe emetteva un fiato, solo il cigolio delle sedie e il lieve fruscio delle penne sui fogli rompevano di tanto in tanto il silenzio anormale di quella mattina così afosa.
    
    Avevo concluso il test di biologia in trenta minuti esatti, metà del tempo assegnato. Dopo aver perso più tempo del dovuto a sistemare i fogli e la penna in ordine sul banco davanti a me provai a concentrare la mia attenzione sul paesaggio fuori dalla finestra. Il cortile della scuola era un’unica lastra di cemento grigio, punteggiato di tanto in tanto da tavoli in granito e panche di legno stinte dal sole. Non c’era un albero né un’aiuola, a parte qualche erbaccia rinsecchita che spuntava tra le crepe nel cemento. Sotto la recinzione in ferro mezza arrugginita un campo da basket, con le linee di terra e i due canestri ritinteggiati di fresco, costituiva l’unico svago. A dire il vero, non c’era molto da osservare.
    
    Qualcuno si schiarì la gola distogliendomi dalla desolazione di quel cortile spoglio. Simone Berardi, seduto nel banco accanto al mio, sbatteva nervosamente la penna sui fogli del test facendola oscillare a velocita incredibile fra l’indice e ...
    ... il pollice, una goccia di sudore gli scivolò dai corti capelli biondo scuro verso il mento, lungo la linea definita della mascella. Conoscevo Simone da tre anni, eravamo vicini di banco fin dalla prima superiore, eppure in tutto questo tempo ci saremmo scambiati sì e no due parole oltre un saluto tutte le mattine e il classico: “mi presti una penna?” di tanto in tanto. All’improvviso bloccò la penna fra le dita e sospirò rumorosamente. Poi prese a compilare le risposte del test, fin troppo velocemente, come se non leggesse neanche le domande.
    
    Studiai ogni minimo particolare del suo viso, l’espressione concentrata dei suoi occhi e le piccole rughe che gli si erano formate sulla fronte e in quel momento lui si voltò di scatto nella mia direzione.
    
    I suoi occhi scuri passarono velocemente dal mio volto ai fogli e alla penna sistemati con cura sul banco davanti a me e poi si fissarono sui miei. Mi incenerì e io rimasi letteralmente pietrificato sotto il peso dei suoi occhi così profondi, incapace di qualsiasi reazione.
    
    Fu lui a distogliere lo sguardo per primo, riprese semplicemente ad ignorarmi, tornando al suo test. Quando mi riscossi, riportando lentamente lo sguardo verso il mio banco, non riuscivo a smettere di pensare a lui.
    
    Eravamo letteralmente agli antipodi noi due, lui il ragazzo biondo dagli occhi scuri, capitano della squadra di calcio e idolo delle ragazze della scuola; e io, beh, il primo della classe, al massimo apprezzato dal professore di biologia. Non ...
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