Solo noi
Data: 27/03/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner
... accenno nei miei riguardi da parte sua scatenava la mia fantasia e i nostri incontri immaginari si concludevano tutti con noi due nudi e abbracciati da qualche parte.
Appena oltrepassata la porta del laboratorio le mie fantasie furono spazzate via bruscamente. Una mano mi afferrò alle spalle mandandomi a sbattere contro il muro e in attimo mi ritrovai un braccio premuto sul collo e il viso di Simone a meno di dieci centimetri dal mio.
Mi superava in altezza solo di qualche centimetro, e forse, volendo, avrei potuto respingerlo e liberarmi ma i suoi occhi fissi sui miei mi tenevano inchiodato al muro. Aveva la stessa espressione furiosa di poco prima, in aula, e come poco prima fui incapace di sottrarmi al contatto con quegli occhi scuri in cui bruciava un fuoco rabbioso.
«Frocio!» Mi gridò in faccia. «Ho visto come mi guardi…»
Avrei voluto ribattere in mille modi: -No, non è vero!; -Si!; -Sei pazzo, lasciami!; –SI! SI!! SI!!!
Aprii la bocca ma non ne uscì nessun suono, mi mancava l’aria.
«Allora è vero,» disse, sembrava quasi sorpreso. La presa del suo braccio si allentò un poco. «Tu sei gay?!»
Non era una domanda e neanche un’affermazione. Era come se davvero non si aspettasse di avere ragione. Continuava a fissarmi come in attesa di una risposta.
Abbassai lo sguardo, e solo un sussulto di dignità mi impedì di scoppiare a piangere proprio lì davanti a lui.
Simone tolse il braccio dal mio collo e fece un passo indietro voltandosi di lato a testa ...
... bassa. Non riuscivo più a vederlo in faccia e potevo solo immaginare il disgusto che lo aveva portato ad allontanarsi appena capito che era tutto vero, che aveva ragione.
Mi aspettavo che da un momento all’altro corresse via, dritto in classe per raccontare a tutti la novità dell’anno:
“DANIELE FALCHI È GAY”
Avrebbero appeso i manifesti, e magari ne sarebbe venuto fuori un trafiletto sul giornale della scuola o forse addirittura un inserto speciale: “Outing d’autunno”. Non mi sentivo più le gambe, la mia fantasia aveva preso il largo e mi vedevo già in prigione, fantomatico perseguitato politico per l’orientamento sessuale, abbandonato da tutti.
Invece Simone iniziò a ridere, dapprima piano, soffocando le risate, poi sempre più forte tanto da non riuscire quasi più a respirare.
Stranamente quella sua reazione scomposta risvegliò in me un improvviso moto d’orgoglio. Raddrizzai la schiena sentendo la rabbia montarmi dentro, che diritto aveva di trattarmi in quel modo e farmi sentire insignificante?
Un attimo prima che mi scagliassi contro di lui, Simone sollevò una mano in segno di resa nella mia direzione e cercò di riprendere fiato. Si asciugò una lacrima col dorso della mano e si lasciò scappare un’ultima risatina.
«È divertente, sai?» Mi disse, cercando di apparire serio.
«Che cosa?» Dissi col gelo nella voce.
«Anche io lo sono.»
«Cosa?» Non riuscii a dire altro, mi si era completamente svuotata la testa.
«Beh, hai capito…» disse Simone ...