Il bicchiere
Data: 29/03/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: HarrymetSally
... poi, guidata da un perverso istinto di obbedienza, scelsi un perizoma bianco con una fessura sul davanti e un fiocco sul di dietro. L’aveva comprato Antonio un paio di anni fa, nella vana speranza di ravvivare la nostra intesa sessuale. Oggi lo avrei indossato per uno sconosciuto, giusto il tempo di farmi sbattere.
Mi infilai l’indumento, sistemando la fessura per lasciare scoperte le labbra, poi calzai un paio di scarpe nere con il tacco dodici.
Tornai nel soggiorno.
Il vicino sedeva a gambe larghe sul divano, sorseggiando il caffè che avevo preparato per lui, nuda.
“Vado bene?” chiesi, docile.
“Quasi. Ora voglio che metti quel rossetto. Quello che hai addosso quando ci incontriamo la notte.”
Obbedii. Mi alzai, presi il beauty case dalla borsa e ne estrassi il mio rouge Chanel. Lo applicai con cura sulle labbra, prendendomi tutto il tempo, e passai un po’ di matita sugli occhi. Mi contemplai nel piccolo specchio portatile finché non fui soddisfatta del risultato, poi, mio malgrado, gli sorrisi.
“Altre richieste?” domandai.
“Sciogli i capelli” ordinò.
Con lentezza studiata, eseguii quell’ordine, arrendendomi del tutto a quel torbido rituale di sottomissione.
“Vieni qui” mi intimò.
Mi mossi verso di lui ancheggiando sui tacchi alti. Mi sorpresi ancora una volta nel riconoscere dentro di me quell’innata tendenza a compiacere gli uomini, quel desiderio di obbedire che mi coglieva ogni volta che incontravo il maschio alfa del branco.
Mi strinse ...
... al suo petto e cominciò a baciare le mie labbra, con delicatezza inattesa. C’era un qualcosa di romantico nel modo in cui la sua bocca mi esplorava, e le sue mani mi cercavano, come se stesse provando a farmi dimenticare il motivo per cui eravamo giunti a quel punto. Desiderava cancellare la lavagna e regalare a entrambi un istante di piacere incontaminato, ma non ero certa di volerglielo permettere.
Schiusi le labbra e lasciai entrare la sua lingua. Avvertii il calore profumato del suo alito, e mi avvinghiai alle sue spalle ampie e muscolose, si abbassò a baciarmi un seno. Prese molto tempo per assaporare quel contatto, lasciando che la mia piccola appendice di carne delicata sostasse tra le sue labbra semi-dischiuse, per poi inghiottirla e tormentarla con la lingua, avvolgendola in spirali concentriche che mi strapparono gemiti deliziati. Gli afferrai la testa con entrambe le mani, insinuando le mie dita tra i folti capelli neri e spingendolo verso l’altro capezzolo assetato di attenzioni.
Con una mano scese ad accarezzarmi la fica, giocando con la fessura del perizoma, percorrendo il bordo di pizzo per poi raggiungere le labbra e infine stuzzicare il clitoride.
Mi sfuggì un grido, e quello fu per lui il segnale che avevo smesso di lottare.
Mi strinse al petto e mi afferrò per le natiche, saggiandole tra i polpastrelli come se dovesse verificarne la consistenza.
Portai una mano sul suo pacco, e lo sentii duro e pieno attraverso il jeans. Mi diedi da fare con ...