Il bicchiere
Data: 29/03/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: HarrymetSally
... il bastardo doveva avere un apparecchio panoramico o qualcosa del genere. Credevo comunque di potermela cavare. Le foto erano sfocate e per lo più non mostravano granché, e l’audio poteva appartenere a chiunque.
Il problema fu l’ultimo file, un video preso in una camera di motel, io e il mio amante impegnati in quella che poteva essere definita la scopata del secolo. Non ci eravamo fatti mancare proprio nulla, ed era tutto lì, in quel file dentro il telefonino del Corsaro Nero.
Gli restituii il telefono. Sospirai.
“Vuoi soldi?” chiesi. Non ne voleva, ovvio, ma dovevo pur tentare, no?
“No.”
“Cosa vuoi, allora?”
“Mi prendi in giro?” rise, e mi strizzò l’occhio.
“D’accordo – dissi – ma prima devi cancellare tutti i file.”
Armeggiò qualche minuto col telefono, lanciandomi di tanto in tanto occhiate in tralice. Mi sorrideva come se fossimo due amici che stanno cambiando la suoneria del cellulare, e non sapevo se trovare la cosa umiliante o ilare. Mi porse l’apparecchio, per consentirmi di controllare.
“Hai delle copie?”
“Una copia del video, sul computer. Diciamo che l’ho tenuta per uso personale” disse, lasciandosi andare a un’altra risatina. Aveva denti bianchissimi, e quando rideva la fossetta sul mento si sollevava, creando un’armonia di lineamenti che avrei trovato davvero attraente, se non fossi stata la vittima di un ricatto.
“Deve sparire anche quella.”
“Croce sul cuore.”
“Guarda che non scherzo” dissi, dura.
“Avrei potuto non dir ...
... niente, no? Se ti dico che la cancello, puoi fidarti.”
Era ovvio che non potevo fidarmi. Per quanto ne sapessi, poteva avere altre mille copie. Poteva averle già spedite alla sua mailing list, o caricate su Youtube. Non avevo garanzie, eccetto il fatto che era prontissimo a sputtanarmi, se non avessi fatto quanto voleva.
“D’accordo, facciamola finita” sospirai, e cominciai ad abbassare la lampo della tuta.
“Cosa stai facendo?” domandò il mio ospite, con una punta acida nella voce.
Lo guardai, confusa.
“Preparami un caffè vero, non questa sbroda” disse.
“Vaffanculo.”
“Tu invece vai in cucina.”
Feci per obbedire, ma la mano del ragazzo si serrò sul mio polso.
“Vacci nuda” ordinò.
Feci come aveva chiesto. Mi liberai della felpa e mi tolsi le scarpe, scalciandole lontano con un gesto nervoso. Con un unico gesto mi sfilai i pantaloni e gli slip. Rimasi in piedi davanti a lui. La striscia di peli scuri tra le mie gambe e i miei capezzoli rossi e tesi risaltavano sul candore della mia pelle. Lui mi rimirò come se fossi un quadro appena acquistato all’asta, il sapore della conquista che si mescolava al piacere estetico.
“Ora puoi andare” mi apostrofò. Sentivo i suoi occhi fissi sul mio culo, mentre estraevo la moka dalla credenza e vi versavo dentro acqua e caffè.
“Penso io al resto – disse – tu vai a scegliere cosa metterti per farti chiavare.”
Come in trance, andai in camera da letto e aprii il cassetto della madia. Contemplai vari accessori, ...