1. Incontrarsi fisicamente


    Data: 03/04/2018, Categorie: Etero Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... riesce a darmi un percorso alternativo, sono due volte che giro seguendo le indicazioni per ritrovarmi sempre davanti alle transenne. Chiamo Simonetta al telefono.
    
    Da quando la conosco, sia pure a distanza, è sempre stata di una educazione ineccepibile sia nello scrivere che nel parlare al telefono, ecco perché resto esterrefatto all'udire, dopo tre o quattro squilli, la sua voce dura esclamare:”Dove cazzo stai? Non dovevamo vederci alle sette?”
    
    “Guarda sono in corso Europa, ma la strada è interrotta e..”
    
    “Lo so che è interrotta. Sono due mesi che stanno facendo i lavori. Devi passare dal sottopasso di Piazzale Roma, o dimmi dove sei che ti raggiungo io.”
    
    “Sono proprio davanti alle transenne ma sto sottopasso che dici tu il navigatore...”
    
    “Buttalo al cesso il navigatore e senti me..”
    
    Mi da lei indicazioni precise e concise: “Torna indietro; dovresti essere vicino al semaforo; gira a destra, e vai sempre diritto fino a superare un sottopassaggio lungo qualche decina di metri; sbucherai in una grande piazza, è piazzale Roma; c'è un parcheggio con le file distinte con le lettere ed i posti delle file con i numeri, parcheggia dove trovi posto e richiamami per dirmi dove ti sarai fermato, ti raggiungerò io.”
    
    Riattacca senza darmi il tempo di dirle neppure un semplice “OK”. Mi sento a disagio come un bambino che ha appena fatto la figura dell'imbranato. Mi rendo conto solo ora che me ne dispiaccio solo perché avrei voluto fare colpo su di lei, invece ho ...
    ... fatto la figura del pirla che si smarrisce solo per una strada transennata, nonostante abbia il navigatore in macchina.
    
    Temo di aver rovinato tutto, anche la “confidenza” che abbiamo costruito nel tempo dei nostri contatti a distanza. L'emozione cresce. Supero il semaforo, supero il sottopasso, sono sulla piazza, entro nel parcheggio, trovo facilmente posto e osservo la mia collocazione e, come se stessi giocando a battaglia navale, mi accingo a prendere il telefonino per darle le coordinate della mia postazione: L27.
    
    Intanto do un'occhiata alla mia immagine riflessa nello specchietto retrovisore. Trovo che i miei capelli sono scomposti, la barba rasata al mattino forse è già lunga per un incontro con una signora. Ormai non posso raderla. Passo la mano tra i capelli e apro la portiera per scendere, con il telefonino già in mano. Sto per comporre il numero quando sento una voce alle mie spalle “Visto?Non era difficile!”
    
    Mi giro e la vedo a un niente di distanza da me. Non è proprio quella delle foto che mi ha mandato ma solo perché ha i capelli con un taglio diverso, per il resto non ho dubbi: occhi e sorriso sono quelli della foto, eppure stupidamente chiedo conferma: “Simonetta?”
    
    Lei pure pronuncia il mio nome, ma senza interrogativo.
    
    Per la seconda volta mi sento imbranato. Non è per questo, però, che sono a disagio; il volto è inconfondibile ma fisicamente me la ero immaginata molto diversa, credendo alle bugie che le mi ha detto in proposito, cioè che era ...