1. Love is in the air - parte 5


    Data: 04/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: HegelStrikesBack

    ... Un fulmine illumina la sagoma di Francesco, bagnato come un pulcino. Un pulcino di un metro e novanta.
    
    “Posso entrare per favore?” chiede facendo la sua entrata arrogante.
    
    “Beh direi che ti sei fatto spazio da solo.”
“Scusa, mi stavo infradiciando tutto.”
“Cazzo sei bagnatissimo, dammi il giubbotto che te lo appendo qui. Levati le scarpe che mi bagni tutta casa, per favore.”
    
    “Bello qui, l’hai arredata tu?”
    
    “Sì, ma ormai dieci anni fa.”
“Si vede il tuo stile”, aggiunge buttandosi sul divano in pelle bianca.
    
    “Vuoi un thè caldo?”
“Magari.”
    
    “A che devo l’onore della visita inaspettata. Anzi, come hai saputo dove vivo?”
    
    “Ho detto a mia sorella che avevi dimenticato il computer in ufficio.”
    
    “Sei più furbo di quanto credessi. Sei qui per menarmi come gesto dimostrativo della tua eterosessuale superiorità?”
    
    “Veramente sono qui per chiederti scusa.”
    
    “Quanto è sincero questo gesto?”
    
    “Al cento per cento. Ripeto, a Sabrina ho detto che dovevo riconsegnarti il computer.”
    
    “Io vorrei veramente capire Francesco che problema hai con me…”
    
    “La verità è che ti odio.”
    
    “Beh, viva la sincerità.”
    
    “Ti odio perchè tu rappresenti tutto quello che io non ho e vorrei: la bella casa, il successo nel lavoro, l’intraprendenza ma soprattutto il coraggio e la libertà.”
    
    “Non so a cosa tu ti stia riferendo…”
    
    “Oh sì che lo sai, mollare la tua compagna per stare col tipo che ti ha fatto perdere la ...
    ... testa. Io non ci riuscirò mai. Tu sei libero, io no.”
    
    “No, no… aspetta… tu mi stai dicendo che…?”
    
    “Sì ti sto dicendo che pure io sono ricchione ma non ho il coraggio di ammetterlo, sei contento?”
    
    “Io sono perplesso. Non contento.”
    
    “Oggi mi hai fatto tutta la filippica sul fatto che non so cosa vuol dire quello che sto passando, ma tu sai cosa vuol dire crescere in un paesino in Puglia, a trenta chilometri da Taranto, scoprire a quindici anni che ti piace il cazzo e capire che per tutte le persone che hai intorno è una malattia quella? Lo sai cosa significa farsi piacere la fica a forza, uscire con le ragazze del paese per non essere additato da tutti come deviato? Come un invertito? Tu ci sei arrivato a quarantasei anni e te ne sei risparmiato tanti di sofferenza. Sono ancora così uno stronzo o cambi opinione su di me? Eh?”
    
    Il suo tono di voce si è alzato tantissimo, come tantissima era la rabbia, la frustrazione, l’insoddisfazione che ardevano come una brace nei suoi occhi.
    
    Si è alzato di scatto dal divano esposto al MoMA nella concitazione e ha cominciato a camminare su e giù per la stanza.
    
    Ad un certo punto mi alzo anche io per tentare di calmarlo.
    
    I nostri occhi si incrociano per un interminabile secondo di troppo.
    
    C’è stato un lampo seguito da un fragorosissimo tuono.
    
    La realtà alla fine è stronza e ti bacia in bocca.
    
    E così ha fatto Francesco.
    
    Ed io non mi sono scostato.
    
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