1. Prison - storie di cella (prima parte)


    Data: 06/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Mitchell

    ... spiegato...Vestiti, stanno per portarci
    
    a far colazione".
    
    Trascorse un altro giorno. E quei giorni sarebbero stati tutti uguali, uno identico all'altro. La tristezza e la monotonia facevano a gara per vedere chi prendesse il sopravvento. C'era una parte di me che non riusciva
    
    ad arrendersi ad una vita così misera, una vita più vuota del niente.Ma c'era quell'altra mia parte che voleva
    
    combattere e mi sussurrava che prima o poi sarei uscito da li' dentro e sarei uscito da vincitore.
    
    Arrivò un'altra sera. Sentivo Vladi irrequieto quella notte, avvertivo il suo desiderio nei miei confronti. Stava zitto, ma si muoveva in continuazione nervosamente nella branda di sopra, finchè non scese per arrivare sulla mia: "Non dirmi di no" sussurro' avvicinandosi al mio viso e partì con un inclemente lingua in bocca stringendomi forte e accarezzando ogni parte del mio corpo con la mano che aveva già intrufolato sotto il
    
    mio pigiama. "Te l'hanno mai fatto un bel bocchino?" "Si, tante ragazze" "Beh ora te lo fa un ragazzo e sentirai la differenza!" "La differenza fu notevole! Mi tirò giù i calzoni della tuta e anche gli slip e si attaccò
    
    al mio cazzo come nessuna donna aveva mai fatto. Dovetti trattenere un urlo che soffocai in un gemito ugualmente rumoroso e lui se ne accorse. "Ti piace, eh?". Lo apostrofai freddamente con "Continua!".
    
    "Certo che continuo -rispose- ma poi tocca a te". Non volli pensare al dopo ma assaporare soltanto le sue labbra attorno alla mia ...
    ... cappella che si muovevano abili e terribilmente avide. Era tempo che non mettevo in moto il cazzo e le incredibili sollecitazioni delle labbra di Vladi diedero presto l'effetto. Gemetti in silenzio mentre la sua bocca si riempiva del mio sperma caldo che ingoiò come su nulla fosse.
    
    Restò incollato ancora diversi minuti al mio uccello che piano piano iniziava a fiapparsi.
    
    Si alzò dopo aver completato l'opera. Dopo essersi tirato giù i pantaloni impugnò nella mano destra la dura mazza scappellandosela per intero per poi strofinarmela sotto le narici affinche' io potessi annusare quello che probabilmente secondo lui avrebbe dovuto essere profumo. Ma profumo non era, sapeva di piscio e di sborra messi insieme, lontano dai profumi di figa che mi ero slappato da quando ero ragazzino. L'unico
    
    modo per far scomparire quell'odore dal mio naso fu quello di farlo entrare nella mia bocca. Glielo inghiottii rapido senza pensarci su due volte. Lui soffio' dalle labbra semichiuse e portai il mio sguardo al suo viso. L'espressione di compiacimento e libidine erano dipinte sul suo volto. Gli lavai completamente la cappella con la saliva, glielo succhiai con impeto per qualche minuto senza mai staccarmi, poi per prendere fiato me lo sfilai annusandomelo di nuovo. Non aveva piu' aromi e fui compiaciuto di questo, almeno il mio olfatto non avrebbe piu' mandato impulsi di disgusto alla mia corteccia cerebrale. Glielo riabboccai ancora e lui si mise comodo sedendosi sul mio petto, cominciando ...
«1...3456»