Alma e i suoi uomini
Data: 09/09/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Bollentispiriti, Fonte: EroticiRacconti
... e stringeva le chiappe,da una parte, mentre la sua trivella, ormai di ridotte dimensioni, vagava, risucchiata dalla capiente vulva che captava, stringendosi e dilatandosi per succhiare il nettare che la riempiva. Era felice, felice di perdere la testa come il maschio di una mantide religiosa dopo l'accoppiamento, e ancora di più di avere finalmente svuotato quell'enorme tubo di carne che gli si afflosciava ora, inutile ma ancora saldo, fra le chiappe. Teo cadde in avanti sulla schiena di Marcella, schiacciando sotto di lui noi, le sue concubine. E lì restò, sollevando e abbassando vertiginosamente la cassa toracica in cerca d'aria. Alla fine era quasi svenuto. Cap 11 Le bestie Ma si sarebbe riavuto presto, da purosangue da corsa qual era. Intanto io e Marcella l'avevamo scaricato ai bordi del letto e mio marito, Marcella, mi leccava la passera con la sua grossa lingua a spatola. Mi raschiava, titillandomi il clitoride e provocando il mio tentativo di ritrarmi da quel foglio di cartavetro. Ma ero incollata alla sua lingua e ogni passaggio sul piccolo tubero mi procurava, allo stesso tempo, un godimento infinito. Mi toccavo i seni e stringevo i capezzoli per aumentare quella sensazione forte che mi donava la sua lingua. Impazzivo dal piacere e avrei urlato se non mi avesse schiaffato le dita della sua mano in bocca perché gliele leccassi. Non ce la facevo più a contenermi e mi girai di centottanta gradi, prendendogli in bocca il "nerbo" che, stimolato, si andava ingrossando ...
... moderatamente. Aspiravo e succhiavo come una cozza dal suo guscio. Il cannolicchio iniziò ad allungarsi nella mia bocca, sollecitato dalla punta della mia lingua sul prepuzio. Si alternava al succhio che gli somministravo, provocando la reazione del padrone che avvertiva l'irritazione che gli procuravo nell'uretere. Ma non si sottraeva. Accettava di tutto ormai, dall'essere sbanato nello sfintere al venire sventrato dal mio potente risucchio. Soffriva per la sua posizione sempre in bilico fra dolore e piacere, ma ne sembrava felice. Si affrettò a sbrodolare la sua sborra nella mia bocca. Avvertivo l'odore intenso, acidulo, che sapeva quasi di candeggina. Trattenni il liquido seminale, aspirandolo come una siringa, mentre Marcella dava da matta, vibrando tutta in un parossismo da eruzione vulcanica. Subito dopo mi affrettai a sputare quella sbobba schifosa, liquida, collosa nella serie di fazzoletti di carta che m'affrettai ad aprire dal pacchetto posto sul vicino comodino. Sputai tutto, ma l'odore mi rimase nelle cavità nasali. Mentre sputavo anche l'anima, per sicurezza che nulla restase in gola, mi sentii afferrare dalle anche e tirare in giù. Due mani che ben conoscevo mi adagiarono bocconi sotto un ombrello di peli che fiorivano sui capezzoli. Teo mi guardò con degli occhi terribili."Zoccola!" quasi mi sputò in faccia. Poi introdusse il grosso ingombro che gli si tendeva fra le gambe nella buca per le lettere che avevo davanti e mi squartò fino a farmelo sentire in gola. Era ...