1. Alma e i suoi uomini


    Data: 09/09/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Bollentispiriti, Fonte: EroticiRacconti

    ... cambiarmi” mi scusai, allontanandomi dai due. Dopo un semicupio approfondito, mi dilungai in bagno, spandendo sul corpo una crema emolliente che dette un latteo splendore alla mia carnagione. Rinfrescata, tornai di là in vestaglia. I due uomini, sprofondati nelle comode poltrone, uno di fronte all’altro, parlottavano con fare complice. Il lampadario al centro della sala era spento; solo una lampada da tavolo spandeva la luce nel cerchio limitato al ripiano del mobile basso nell’angolo della stanza, riverberandosi sulle pareti tinteggiate di rosa corallo. Entrambi in vestaglia, scambiavano le proprie opinioni a bassa voce, come confessandosi. Evidentemente, avevano già usufruito del bagno degli ospiti, perché sapevano di fresco muschio di quercia. Teo poggiò il tozzo bicchiere semivuoto sull’antistante ripiano basso e, alzatosi, mi abbracciò teneramente, stampando le labbra sulle mie, per poi scendere sul collo fino allo sterno. Sostò lungamente, percorrendo il seno in tutte le direzioni, ma evitando il punto più delicato, contrariamente al mio desiderio che fosse deliziato subito. S’incarognì, evitando il tocco esiziale. Fremevo d’impazienza. Lasciai cadere la vestaglia, mentre la sua era sventrata dal cuneo che si protendeva estendendosi fino al centro delle mie gambe. “Aah…andiamo…in…camera…!” ebbi la forza di imporre, sostenendomi a lui per evitare che le gambe cedessero. Tremavo tutta, mentre Giorgio apriva la porta per lasciarci passare. Il groviglio michelangiolesco ...
    ... varcò l’uscio. Con la coda dell’occhio mi accorsi che anche lui, mio marito, si toccava, agitando il misero mozzicone che gli era rimasto. Povero angioletto…, così tenero! Mi lasciai cadere sul letto, mentre il serpente boa stritolava la preda. Rabbrividivo dal piacere. Teo m’irretiva i capezzoli, costringendoli ad un doloroso inturgidimento che provocava sussulti incontrollabili nel mio corpo, per riprendere, poi, a scendere sul ventre e fra le cosce. Allora volsi il capo verso Giorgio. Si smanettava, le guance di brace. Gli feci cenno di avvicinarsi. Capì dall’offerta delle mie labbra che volevo essere baciata da lui. Inquieto, timoroso, lui guardò verso Matteo, occupato fra le mie gambe. Si avvicinò al letto, guardingo, a quattro zampe, come un cane desideroso di rubare l’osso al concorrente senza averne il coraggio. Giorgio lo osservava, quasi a chiederne il permesso. Mentre scuoteva il ramo del piacere, Teo sollevò appena lo sguardo. Capì a volo la muta richiesta. Gli fece un cenno d’assenso, mentre strofinava la lingua con veemenza sul clitoride, provocandomi l’intensa sensazione, mista di dolore e piacere. Chiusi gli occhi e lasciai sbrigliare la fantasia. In quei momenti volavo, offrendomi al dolce supplizio. Sentii una mano che mi sollevava le anche per infilare sotto un cuscino, in modo da rialzare il monte dell’amore. Ci fu un attimo di sospensione in cui immaginai, ad occhi chiusi, che il condottiero prendesse lo slancio per partire, lancia in resta, pronto vincere ...
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