1. Alma e i suoi uomini


    Data: 09/09/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Bollentispiriti, Fonte: EroticiRacconti

    ... ogni resistenza e possedermi, quale premio della battaglia. Il letto ondeggiò sotto l’incalzare del predatore che si avvicinava a ghermire l’agnellina. Restavo in trepida attesa, pronta a misurare la febbre del corpo che sentivo ansimare vicino, mentre l’odore di muschio, attraverso le narici, si librava fino al cervello, mettendo ko i collegamenti sinaptici fra i neuroni. La piovra mi afferrò di colpo ricoprendomi con i suoi tentacoli, penetrando nell’intimità più sacra di cui disponevo. La mantide scattò per ingoiare il maschio; non mollava la presa risucchiandolo al suo interno. Non mi controllavo più. Avvinghiata alle spalle, affondavo le unghie sul dorso, nei glutei, strappandogli le mammelle. Ad un certo punto avvertii che qualcosa non andava nel solito verso. Quante mani cincischiavano su quel corpo che tastavo e quante sul mio? “Aaaah, aaaah!” il roco grido soffocato non era di Teo. Pareva stessero seviziando…un altro! Inquieta, spalancai gli occhi. Mi abbacinò una figura equestre. Mio marito mi penetrava, il capo chino dentro la saliera della mia clavicola. Sbuffava e manovrava a stantuffo nella mia vagina, mentre una figura, si sovrapponeva a lui. Non distinsi chiaramente il viso, nascosto dalle spalle della figura in primo piano. Teo penetrava Giorgio analmente! Mi lasciò stupita e senza fiato, come per un pugno nello stomaco. Sfogava una brutalità che non conoscevo. Sfiatavano entrambi con un rantolo ripetuto e tremendo, assordante, come il ruggito potente di due ...
    ... leoni nella notte africana. Era una battaglia fra loro, mentre io rappresentavo il campo dello scontro, sbattuta sul terreno, come il caravaggesco San Paolo sulla via di Damasco. Lo stupore si mischiò ad uno strano, nuovo sentimento che non capivo. Mio marito mi penetrava ad ogni colpo che gli giungeva da Teo. Era come se fosse una protesi del cavaliere alato che lo governava. Duro come il ferro, sembrava fosse forgiato come un tempo. Giorgio mi possedeva in forza di Matteo. Un gioco di matriosche: una nell’altra, era mai possibile? “Almaa…!” esalò Giorgio, schizzando da tutte le parti il seme che Matteo non consentì che si raccogliesse nell’ampolla naturale sottostante, distraendolo da me. L’aveva afferrato per le spalle, scaraventandolo di fianco sul letto, mentre ritraeva l’artiglio con cui gli aveva massacrato le reni. Sovrapponendosi a me, introdusse con violenza la trave che lo precedeva nella cavità che tenevo aperta davanti a lui, per non perdere il frutto saporito dell’orgasmo. Irrefrenabile, lo sentii nel ventre, mentre eruttava lava bollente: due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto volte discese quel liquido infernale, quel nepente, quel nettare divino che mi rese pregna di lui. Non so quanto tempo restammo incastrati, io in lui e lui in me. Storditi, in asfissia, tutti e tre immobilizzati nelle posizioni raggiunte, eravamo groggy, senza forze, finché Teo svuotò il mio portafiori, rovesciandosi sul letto. Rotolò bocconi, sfiatando con un gran rumore di mantice ...
«12...567...39»